La legge sulle droghe sta dilagando e ha prodotto in Parlamento questo istruttivo dibattito:
Dall’intervento del 3 febbraio 2006, alla Camera dei Deputati della dipendente Tiziana Valpiana:
“Qualcuno ha già asserito prima come il provvedimento in questione sia stato posto talmente male da rischiare di far mettere fuori legge la vite e il tabacco. Il motivo per cui nelle precedenti leggi le sostanze vietate erano nominate una per una, in base ad elenchi invece che a criteri, consisteva nell’evitare il paradosso che sostanze come l’alcol da vite o il tabacco venissero poste fuori legge.
Non c’è, infatti, alcun dubbio che l’alcol, così come enuncia il testo della legge, produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di ordine superiore a quello delle altre droghe, come insegnano la farmacologia l’epidemiologia e, purtroppo, i dati sulla mortalità.
Quanto alla vite, in particolare, non c’è dubbio che sia una pianta e che da essa si ricavi il vino che, come tutti sanno, contiene a sua volta un principio attivo, l’alcol, che, nei casi più rari, provoca allucinazioni ma, più frequentemente, come è scritto nelle vostre norme, distorsioni sensoriali. Tutti sappiamo che quando beviamo un bicchiere di troppo, vediamo doppio, camminiamo a zig zag, abbiamo i riflessi sicuramente rallentati e modificati.
Non possiamo fare delle battute su questo aspetto perché se qualche fanatico denuncerà i produttori di vino sarà dura per un magistrato trovare il modo di non condannare costoro ad almeno sei anni di reclusione.
In questo caso, ritengo che chi beve del vino dovrebbe perseguire le norme che voi avete qui inserito e dichiararsi alcolista, così, invece che in galera, potrà essere accolto in una delle comunità da voi sostenute, aiutate e richieste”.
Dall’intervento del 3 febbraio 2006, alla Camera dei Deputati del dipendente Alfredo Mantovano, rappresentante del Governo:
“Una rilettura delle norme consentirebbe inoltre di evitare di dire cose assolutamente distanti dalla lettera della legge come quelle che sono state sostenute anche questa mattina a proposito della punizione che la nuova legge stabilirebbe per la detenzione o l’uso o la diffusione di alcolici. Questa affermazione, assolutamente sbagliata, si fonderebbe sul nuovo articolo 14 del testo unico. In realtà, questo articolo 14 è vero che alla lettera a), punto 4, ritiene illecita ogni altra sostanza – questa è la dizione letterale – che produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica nello stesso ordine o di ordine superiore a quelle precedentemente indicate. Ma questa indicazione non può essere assimilata ad una punizione dell’alcol perché si ritrova in un articolo che ha come rubrica «criteri per la formazione delle tabelle» e le tabelle sono quelle relative alle sostanze stupefacenti e che al comma 1 inizia con le seguenti parole: La inclusione delle sostanze stupefacenti o psicotrope nelle tabelle di cui all’articolo 13 è effettuata in base ai seguenti criteri. Quindi, lì si sta parlando di droga e non di alcol. Come si fa a sostenere il contrario?”
Non si capisce nulla, forse Mantovano ha bevuto o ha fumato perchè la legge (comma 1) parla proprio di “sostanze stupefacenti o psicotrope”.
Il famoso Rapporto Roques ha esaminato le sostanze dal punto di vista neurobiologico, dimostrando come le droghe più pericolose siano l’eroina, la cocaina e l’alcol, nessuno può negare che l’alcol sia una sostanza psicotropa.
Questa legge sancirà l’illegalità della produzione e del consumo del vino, della birra e degli altri alcolici.
Un nuovo proibizionismo.
E’ talmente grossa che nemmeno chi l’ha proposta vuole ammetterlo.
Ma è vero che l’alcol in Italia fa quarantamila morti ogni anno, mentre tutte le altre droghe illegali messe insieme ne fanno cinquecento, quindi forse, per una volta e senza volerlo, il governo ha ragione.