350.000 cittadini sono in attesa che i dipendenti della Commissione del Senato (*) prendano in esame la proposta di legge popolare “Parlamento Pulito“: nessun parlamentare condannato, due legislature, preferenza diretta per il candidato. Due di loro hanno risposto con un video, Pancho Pardi e Belisario dell’Italia dei Valori. Gli altri fanno il gioco del silenzio. Non si capisce a che titolo siano pagati con le nostre tasse. Non svolgono il loro lavoro e non comunicano neppure con 350.000 elettori, contribuenti, cittadini.
Mi sono ricordato che, prima della raccolta delle firme, inviai un questionario sulle tre proposte a tutti i parlamentari. Risposero in 204. Oggi, ancora più sicuri dell’impunità, in quanti risponderebbero?
Tra i 204 compaiono tre membri della Commissione che deve valutare Parlamento Pulito: Enzo Bianco (PD), Lucio Malan (PDL), Mauro Maria Marino (PD). Cosa dicevano allora?
Per i condannati fuori dal parlamento tutti d’accordo. Malan si spingeva a chiedere “pesanti sanzioni di tipo pecuniario” per il partito che candidasse un pregiudicato (nel suo, il PD di Topo Gigio Veltroni, è stato poi eletto Carra condannato per false dichiarazioni a pubblico ministero…).
Per “due candidature e poi a casa”, Bianco e Malan si dichiarano per la poltrona eterna (Bianco esprime il timore di diventare pensionato). Marino è invece d’accordo.
L’elezione diretta dei parlamentari vede Bianco favorevoli, Malan contrario perchè: “appiattire la classe parlamentare squilibrerebbe ulteriormente il sistema a favore del governo” UAHUAHA (scusate la risata improvvisa) e Marino invece risponde con un “si, ma anche”: “La preferenza …si può prestare a degenerazioni di tipo clientelare“. UAHAHAH (scusate la seconda risata improvvisa).
Caro presidente della Commissione Vizzini, CINQUE membri si sono dichiarati d’accordo sul non candidare un condannato al Parlamento . Cosa aspetta ad avviare la discussione e a invitarmi per una relazione? 350.000 persone attendono una sua risposta.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.
PRIMA DOMANDA – E’ d’accordo che un cittadino italiano non possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo o secondo grado e in attesa di giudizio finale?
Bianco (PD): Si.
Malan (PDL): Già oggi chi è condannato in via definitiva con interdizione dai pubblici uffici non può candidarsi, fintanto che non scade l’interdizione. A parte questo, ritengo che siano gli elettori a dover giudicare. Lei fa bene a ricordare le condanne di taluni miei colleghi: bisogna che gli elettori sappiano questo ed altre cose sui candidati. Ad esempio la loro assiduità ai lavori degli organismi di cui fanno parte, il loro voto, o mancanza di voto su argomenti particolarmente importanti. e poi giudicano. C’è poi un’altra ragione, che illustro con un esempio. Io sono contrario alla legalizzazione delle droghe, ma ritengo che se uno ha l’opinione opposta deve poterla difendere, anche in Parlamento se gli elettori lo vogliono. E deve poterlo fare anche se è già stato condannato per quel reato che lui e i suoi elettori ritengono non vada punito. Detto questo, in linea di massimo preferirei, da cittadino e da parlamentare, avere senatori e deputati incensurati.
Mauro Maria Marino (PD): sono d’accordo che un cittadino italiano non possa candidarsi non solo in Parlamento, ma a qualunque carica pubblica, se condannato in via definitiva con sentenza passata in giudicato per un reato di natura dolosa. Nelle altre fattispecie penso che sarebbe più opportuna una norma che colpisca, con pesanti sanzioni di tipo pecuniario, i partiti, che candidano persone condannate in via non definitiva. Diversamente ritengo che da un punto di vista giuridico si commetterebbe un abuso, poichè l’articolo 27 della nostra Costituzione sancisce la presunzione di innocenza dell’imputato sino alla sentenza definitiva.
SECONDA DOMANDA – E’ d’accordo nel limitare l’eleggibilità al Parlamento a due legislature?
Bianco (PD): No (non intendo andare in pensione !!).
Lucio Malan (PDL): No, I motivi sono parecchi: – se pensassi che è male fare più di duelegislature non mi sarei candidato per fare la terza; gli elettori devono poter scegliere; l’esperienza non è indispensabile, ma non può essere proibita; in teoria, si può anche arrivare a sorteggiare le cariche, come si faceva nell’Atene antica, il risultato a quei tempi fu che le cariche sorteggiate non contavano più niente; nel presente, appiattire la “classe” parlamentare squilibrerebbe ulteriormente il sistema a favore del governo (o dei poteri forti), del già ora intoccabile e incriticabile Presidente della Repubblica, dei potentati economici.
Mauro Maria Mannino (PD): sono d’accordo nel limitare l’eleggibilità al Parlamento a due legislature continuative o ancora meglio sarei per stabilire che non ci si può candidare due volte consecutivamente, non creando quindi le condizioni per sclerotizzarsi in un ruolo.
TERZA DOMANDA – E’ d’accordo nel ripristinare la preferenza diretta per l’elezione dei parlamentari?
Bianco (PD): Si.
Lucio Malan (PDL): Anche qui, i motivi sono parecchi: la campagna elettorale per le preferenze ha costi enormi, assai superiore ai compensi dell’intero mandato; per pagarla perciò o seiricco di tuo o pensi di rubare per rifarti: lo spazio per gli onesti non ricchi si riduce a pochi personaggi di grande celebrità, e anche quelli se non spendono rischiano assai; la democraticità della preferenza è apparente e ingannevole: iconsiglieri regionali e i parlamentari europei sono eletti con un numero di preferenze (salvo pochissime eccezioni come Berlusconi, Lilli Gruber o Di Pietro) inferiore di dieci venti o trenta volte al numero di voti necessari per ottenere un seggio; dunque, ad esempio nel mio partito, il consigliere regionale X è eletto con un voto per lui e nove che sono dati per fiducia a Berlusconi (negli altri partiti è all’incirca lo stesso); è più giusta la lista formata da chi riscuote la fiducia di nove elettori su dieci di quel partito (come succede alle politiche) o l’elezione di quel tizio che riesce a tirare su qualche migliaio di voti, magari clientelari o addirittura pagati?
Mauro Maria Marino (PD): personalmente sarei per il ripristino dei collegi uninominali con preventive primarie per l’individuazione dei candidati. La preferenza, soprattutto se unica, si può prestare a degenerazioni di tipo clientelare, che bisognerebbe analizzare attentamente.
– Leggi il documento con le risposte di 204 parlamentari della scorsa legislatura su Parlamento Pulito: www.beppegrillo.it/immagini/Sondaggio_parlamentare.pdf
(*) La Commissione è presieduta da Vizzini (PDL) e composta da Benedetti Valentini (PDL), Incostante (PD), Adamo (PD), Bodega (LNP), Bastico (PD), Battaglia (PDL), Belisario (IDV), Bianco (PD), Boscetto (PDL), Ceccanti (PD), Cossiga (UDC-SVP-Aut), De Sena (PD), Fazzone (PDL), Lauro (PDL), Malan (PDL), Marino (PD), Mauro (LNP), Nespoli (PDL), Pardi (IDV), Pastore (PDL), Pistorio (Misto), Procacci (PD), Saltamartini (PDL), Sanna (PD), Saro (PDL), Sarro (PDL), Vitali (PD).
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