La morte di Stefano Cucchi è solo un episodio di una lunga catena di sangue all’interno delle carceri che questo blog denuncia da anni. Qualcuno se ne sta finalmente rendendo conto, anche nelle Forze dell’ordine.
“Caro Beppe, sono un maresciallo della Guardia di Finanza che svolge attività antidroga da circa 20 anni. Voglio spendere poche parole in merito al triste e squallido caso della morte di Stefano Cucchi. Se è vero che per strada abbiamo potenziali criminali socialmente pericolosi appartenenti alle forze di polizia, allora abbiamo un PROBLEMA UN GROSSO PROBLEMA. Stavolta penso che Berlusconi non c’entra. Questo problema credo che c’è sempre stato ed è piu’ vecchio di me sicuramente. Ma, mai nessuno ha provato a far qualcosa. A parte il ministro La Russa che ancora una volta tenta di giustificare l’Arma senza neanche conoscere minimamente le indagini o i fatti. Uno STATO serio non dovrebbe mai giustificarsi. Un’ultima cosa: “””DESIDERO CON TUTTO ME STESSO PER POTER CONTINUARE CON SERENITA’ A FARE IL MIO LAVORO PER STRADA CHE SALTINO FUORI I COLPEVOLI DI QUESTA ORRENDA MORTE IN ORDINE DI APPARIZIONE… PRIMI I CARABINIERI CHE L’HANNO ARRESTATO, POI I GIUDICI CHE L’HANNO MALAMENTE GIUDICATO ED AFFIDATO AD UNA STRUTTURA CARCERARIA PER 20 GRAMMI DI FUMO, POI I CCDD. SECONDINI, INFINE I MEDICI DEL CARCERE CHE NON HANNO, TRA L’ALTRO, VOLUTAMENTE RICEVERE I FAMILIARI E POI TUTTI COLORO CHE HANNO TACIUTO. UN CARO SALUTO DA UN TRISTE MARESCIALLO DELLA GDF”. Salvatore G.
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