Qualcuno mi ha chiesto perché non ero “con i ragazzi” a Roma. Rispondo che io ero con loro nelle piazze anche se non presente. Le loro richieste sono in gran parte le stesse del MoVimento 5 Stelle riportate per anni nel blog. Non ho voluto mettere il cappello su una manifestazione che appartiene solo ai giovani come invece hanno fatto molti politici, nessuno escluso, per il loro tornaconto elettorale e alcuni giornali per vendere una copia in più. Il riserbo, che non va confuso con la mancanza di appoggio, è la mia forma migliore di sostegno. Sono gli universitari, i liceali l’assicurazione del futuro del Paese, è giusto che la scena sia occupata interamente da loro. Salire sui tetti per carpirne la solidarietà o scrivere infiammati e interessati articoli di giornata è qualcosa di rivoltante. I partiti da un miliardo di euro di finanziamenti pubblici sottratti alla Scuola non hanno diritto di parola in questi casi. L’Italia, per fortuna, è destinata a cambiare per ragioni anagrafiche. Il tempo sarà galantuomo.
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