“Ieri mattina mi è sembrato di vivere in un sogno surreale: mia madre cadendo si è fratturata un piede cosi l’ho portata al pronto soccorso. Il parcheggio dell’auto era solo a pagamento ed è stato inevitabile pagare, poi entrati dentro verso mezzogiorno ci siamo subito impressionati per le sale e i corridoi che erano piene di barelle con gente semi nuda, senza tendine, senza camere, con un brusio costante di parenti. Gli infermieri si muovevano in continuazione, ognuno aveva lo stesso tragitto da percorrere e l’aria viziata era irrespirabile, non c’era una sedia dove appoggiarsi e le attrezzature non erano sufficienti per accogliere tutti, i barellieri si fottevano le barelle e le sedie a rotelle,….e noi in piedi, fermi a osservare il marasma e ad attendere il nostro turno. Gente ferita che era li dalle quattro di mattina, sembrava un pò di essere in guerra e nel mentre pensavo:”…per lavorare in ospedale ci vuole del coraggio, io non ci riuscirei mai…” ..dopo un ora ci chiama una specie di infermiere un pò agitato. Ci fa entrare nella stanza e mentre preparava l’occorrente per mettere il gesso, di punto in bianco mi disse che era napoletano e che si trovava a Genova da trenta giorni con disinvoltura, poi mi guardava in faccia chiedendomi se lo potevo aiutare e senza nemmeno darmi il tempo di rispondere mi mise un camice bianco e in conclusione l’ho aiutato a mettere il gambaletto di gesso a mia madre…infine, per ricevere il foglio della pratica di soccorso abbiamo aspettato almeno un’ora e mezza per una firma della dottoressa . Mentre mi ha consegnato il foglio le ho chiesto che cosa c’era scritto e lei di tutta fretta mi ha risposto : “Non lo so..” …il servizio fai da te…al pronto soccorso “. Acul utopiA (cittadino qualunque)