Sono Moni Ovadia, questa è la mia prima volta sul glorioso blog di Beppe Grillo. Vi confesserò sono onorato ed emozionato di esserci, tutti noi italiani abbiamo un debito inestinguibile nei confronti di ciò che Beppe Grillo e i suoi collaboratori hanno fatto per tutti noi. Questo a prescindere dallessere omologati a unidea e a una cosa, ma quello che ha fatto il MoVimento di Beppe Grillo e lui personalmente è un servizio straordinario a questo Paese, perché ha avuto la forza, il coraggio e la perseveranza di denunciare e di smascherare vergogne senza nome, senza di lui, senza il MoVimento che si è costruito intorno alla sua figura, ma che poi ha una sua dignità e autonomia noi molte cose non avremmo potuto saperle e non avremmo potuto avere quel cuneo che questo MoVimento rappresenta per non permettere e anche per impedire ai politici di sedersi sui loro vizi.
Dentro unasfittica gabbia economicista(espandi | comprimi)
Nel grande frastuono e nel chiacchiericcio mediatico, nella pletora di discorsi che si fanno con la scusa dellemergenza, credo che lemergenza sia già una forma di costruzione del potere per giustificare cose altrimenti ingiustificabili, ma se cè lemergenza, allora dobbiamo giustificare, allora si continua a parlare di questa emergenza, si dicono cifre, dati, il lavoro, la disoccupazione e si è smesso tendenzialmente, ammesso che lo si sia mai fatto, di parlare delle questioni di fondo, delle questioni che attengono allessere umano, nessuno si fa più le domande sulle questioni di senso, credo che una delle grandi devastazioni fatta alla nostra società, è la distruzione del senso, noi siamo affidati a una deriva di significati che non hanno più un orizzonte ampio, tutto è asfittico, tutto fluisce e credo che questa sia invece la grande questione, cosè vivere una vita? Che significato ha lesistenza di un essere umano, di una società di esseri umani su questa terra? Perché siamo qui? Come possiamo starci? Siamo stati confinati progressivamente dentro unasfittica gabbia economicista, ciò che conta sono solo i numeri delleconomia, la prima notizia che ci viene data è come si comportano i mercati, come reagiscono i mercati, noi teoricamente viviamo i sistemi democratici in cui andiamo a fare un rito sempre più vuoto di senso, che è quello dellelezione, credendo di mandare a governarci delle persone sulla base di un programma. Il programma non si sa quasi mai, sappiamo delle chiacchiere televisive, non del programma. In realtà i cittadini elettori non hanno in gran parte la formazione culturale, gli strumenti critici per leggere un programma e per sapere costruire una differenza tra programma e propaganda, noi ascoltiamo propaganda elettorale, non programmi elettorali. Andiamo a fare questo rito svuotato dellelezione, per poi scoprire che il nostro destino non sarà deciso veramente in fondo da quelli che abbiamo mandato lì o solo in parte, ma che esiste un coagulo di forze economiche chiamati mercati che decidono del destino economico di un paese e quindi del suo destino tout court, visto che oggi tutto è economia, ma noi non eleggiamo i mercati, noi li subiamo. Allora già questo ci dimostra che noi non siamo una reale democrazia, ma una democrazia molto formale e sostanzialmente fittizia, in particolare in Italia. LItalia del berlusconismo è stata la cloaca dei sistemi pseudodemocratici dEuropa, il punto dello scarico, il pozzo nero della sua forma ridicola e nefasta, ma è un problema generale. Adesso il berlusconismo sembra essere al suo crepuscolo, non lo sappiamo ancora perché ha catalizzato antichi vizi dellitalica gente e dellitalica politica, Il berlusconismo è il sintomo, la malattia è unaltra, è un coagulo di malattie che forma una patologia, conformismo, servilismo, opportunismo, tengo famiglia, che hanno portato lItalia nel fascismo e 40 anni dopo hanno portato il berlusconismo. Allora è lì che bisogna andare a vedere. Ma per vedere le malattie profonde di un corpo sociale, bisogna porre la questione del senso, cosa significa un corpo politico? Ho scoperto, che uno dei padri della patria, Giuseppe Mazzini, del quale non avevo grande considerazione, trovavo indecoroso che un leader politico risorgimentale di quella che doveva essere una rivoluzione, nazionale, scrivesse come suo libro programmatico invece che dei diritti, dei doveri. Parlava di doveri a un popolo di contadini, braccianti, stremati da poteri brutali, arbitrari, aristocratici, oppressivi di cui erano sudditi. La centralità dellessere umano(espandi | comprimi)
Per questo non ho mai approfondito la figura di Mazzini, scopro casualmente, perché nessuno me lha insegnato a scuola, che Mazzini dice delle cose sconvolgenti sullidea di patria e di nazione. Mazzini dice che una patria e una nazione non sono i confini, ma è un tessuto sociale in cui, in cui non ci sono privilegi, in cui gli uomini sono uguali di fronte alla legge, dunque è patria un luogo dove cè la dignità del lavoro, dove a ogni essere umano è data possibilità con le sue capacità dopera di costruirsi una vita uguale a quella degli altri per dignità e per diritto. Questo è un senso, altrimenti cosè un paese? Per esempio cosè per Silvio Berlusconi un paese come lItalia? La sua cultura?No. Cosè in fondo lItalia di Berlusconi? Una serie di aziende che dovrebbero essere libere di fare i cazzi propri, anche di malversare, di evadere la legge e di evadere le tasse! Perché unItalia così ha potuto passare presso i cittadini? Perché lidea di appartenere a un paese, a un tessuto sociale, quel senso che è stato costruito nella nostra Costituzione repubblicana è andato totalmente perduto in una parte molto consistente dei cittadini italiani, così malconci dal punto di vista dello status di cittadinanza che ti garantisce dignità sociale e politica, che non conoscono neanche lArt. 1 della Costituzione: Il fondamento, lItalia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, perché solo se cè lavoro e se cè dignità sul lavoro, noi possiamo parlare di democrazia, senso, ma questo è stato completamente distrutto a favore della flessibilità, dei Co. Co. Co., dellinterinale, dellinnalzamento delletà pensionabile e degli affari di lor signori. Dunque lItalia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, senso, ma larticolo non finisce qui, dice: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, quanti in Italia sanno che sovrano non è il popolo, ma è la Costituzione, proprio per evitare le derive populiste che rischierebbero di riportare dittature. Silvio Berlusconi e i suoi cortigiani e sgherri non hanno fatto altro che ripetutamente parlare di sovranità popolare, senza sapere quello che dicevano, oppure sapendolo, ma i cittadini che li votavano ci hanno creduto, perché? Perché non sanno qual è il senso profondo su cui la nostra democrazia è stata fondata. La nostra democrazia fa riferimento a un senso ancora più lontano che viene addirittura dallorigine dei monoteismi, quando lidolatria del potere è sconfitta da una narrazione. Gli esseri umani sono tutti uguali perché hanno un solo padre e una sola madre. Visto che Dio è padre e madre, è unintuizione poderosa, è un lungo cammino di senso, che demolisce il non senso del potere, il significato del potere che è oppressione, è arbitrio sugli uomini e lo sostituisce con la centralità delluomo e della vita, della dignità, della sacralità, della santità, delluguaglianza e dellautonomia di ogni essere umano rispetto al potere. Ma questo senso è qualcosa sul quale noi non discutiamo, se non in Festival sulla spiritualità, o i Festival sulla letteratura, ma non ne sentiamo discutere nella nostra televisione. Questo senso, quando sentiamo parlare di lavoro, ci dovrebbe portare a parlare del lavoratore, dellessere umano che è il lavoratore, noi sentiamo parlare di troppo carico pensionistico, cassa integrazione, naturalmente Art. 18 sì, Art. 18 no, ma gli uomini? Non parliamo delluomo, cosè la vita? Il lavoro non dovrebbe essere il tempo spazio in cui un essere umano costruisce un progetto di sé, per sé, per la sua famiglia, per la società, non è più questo, parliamo di numeri, non parliamo di uomini. Ci siamo occupati dei tiramenti priapici di un omino piccolo, piccolo per 17 anni, ma non ci occupiamo dellumanità di questo nostro paese e della nostra Europa. La vita degli esseri umani non ci interessa? La vita del pianeta non ci interessa? Diventiamo sovversivi se chiediamo che al primo posto venga messa la centralità dellessere umano, della vita sul pianeta, del mondo animale, del mondo vegetale, del nostro habitat, della costruzione di futuro. Non siamo più neanche in grado di piantare alberi per il futuro, i nostri contadini piantavano alberi di cui non avrebbero visto i frutti né loro, né i loro figli, ma i loro nipoti. Noi non siamo più in grado di fare questo, perché? Perché abbiamo alterato il senso stesso della vita. La mancanza di cultura(espandi | comprimi)
Steve Jobs che era un uomo davvero di profondità di visione, al di là del giudizio che se ne possa dare, dice che la morte fa parte della vita, perché costruisce. La morte è levento che costruisce il nuovo spazio alla vita e il fatto che la vita evolva per avere un suo ciclo e senso. Per cui se questo accade, se cè il senso della vita, i giovani trovano spazio, ma quando dei vecchi indegni si tirano come dei palloni e cercano di avere, o perlomeno dichiarano, perché poi de facto non ce lhanno, unattività sessuale da diciottenne, è chiaro che è una catastrofe per lalleanza intergenerazionale che dovrebbe essere un passaggio di testimone, una collaborazione in cui ciascuno svolge il suo ruolo, non si tratta qui di dire Largo ai giovani. Si tratta di ripristinare lalleanza tra generazioni perché è questa che costruisce il senso, è questa che dà senso alla vita. Noi siamo arrivati a una situazione in cui è stato completamento cortocircuitato il senso dellesistenza e perché avvengano i fenomeni sociali politici e economici virtuosi, si restituisca la parola al senso e che si dibatta di senso e dellorizzonte di senso che vogliamo darci, perché altrimenti ricadremo negli stessi vizi. Il problema non è il berlusconismo, Berlusconi è un uomo di 75 anni, potrà forse viverne 85/90, se ne va prima o poi, il problema è perché Berlusconi ha potuto fare quello che ha fatto e i politici che verranno sono il problema, faranno subito la legge sul conflitto di interessi? Faranno una nuova legge sullinformazione? Metteranno la questione culturale nei primi posti dellagenda politica? Perché le vere questioni sono culturali, non politiche, il berlusconismo è stato prima di tutto una questione culturale. Berlusconi ha imposto la sua sottocultura televisiva, la cultura di tette e culi e di tutta questa roba, poi vincere le elezioni è stato schioccare le dita! E non cera nessuna preparazione a contrastare questa cultura da parte dellopposizione, perché la questione culturale non è nellagenda. La questione culturale è la madre di tutte le questioni, perché cè un problema di cultura politica, di cultura economica, non solo la cultura tout court.
Dico sempre: togliamo allItalia Dante. il melodramma, le sue bellezze monumentali, il Rinascimento etc.. Togliamo tutto il cinema, Fellini, vendiamolo ai giapponesi non è più nostro, che cosè lItalia? Con tutto il rispetto per limpresa? Cosè il tondino metallico di Brescia? È questo che fa lItalia? Siamo arrivati al punto che un Ministro della Repubblica si è permesso di dire che Dante non si mette nei panini e questo non ha provocato scandalo. Se in Francia un Ministro della Repubblica avesse detto Racine o Proust non si mette nei panini, non mostrava più la faccia fuori casa. Allora è questione di senso e questione culturale che ci permette di attivare nei nostri cittadini gli strumenti critici che poi permettono di scegliere, perché è evidente che cè un vastissimo strato della nostra popolazione che non ha strumenti critici per valutare la realtà e che vota sulla base del sorriso del candidato, o balle spaziali che racconta perché dispone di televisioni. Io dico sempre scherzando, ovviamente è una battuta, che se avessi avuto i mezzi di Berlusconi sarei riuscito nel giro di due o tre anni a far sventolare la bandiera rossa sul Vaticano con il consenso del Papa, naturalmente è un iperbole e una battuta. Ma perché si è lasciato tutto questo? Perché mancavano nella classe politica gli strumenti culturali e gli strumenti critici per capire quale era la questione delle questioni e ancora oggi si parla di fiera del berlusconismo ma non si parla, come si dovrebbe parlare di legge sul conflitto di interessi, ma non basta, anche di una legge sullinformazione che impedisca a un solo uomo di avere tanto potere mediatico. Perché? Perché ancora ci si affida allimprovvisazione, allemergenza, non si ha quellorizzonte di senso che ti permette di riflettere sulle leggi che devi varare per costruire un orizzonte di dignità e di rispetto delluguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Grazie per lospitalità e spero che non sia lultima volta.