I politici greci sono fortunati. Quando si fanno vedere in giro (il meno possibile…) gli tirano lo yogurt. E quello greco è tra i migliori del mondo… I nostri invece li arrestano. Rimpiangono con nostalgia le monetine di Craxi. Se gli tirassero pezzi da 10 centesimi sarebbero contenti. Si muovono con la scorta, nelle auto blu con i vetri oscurati, come squali nel traffico, per non farsi riconoscere dalla gente. La temono. Le forze antisommossa dovrebbero chiamarsi, in realtà, forze antiretata parlamentare. Sono l’ultima barriera tra politici e cittadini. Pensate alla gioia di una maxi retata fatta dai magistrati in Parlamento. Per gli italiani sarebbe come vincere la Coppa del mondo di calcio.
Questi soggetti inquisiti, condannati in primo secondo, terzo grado, che nessuno ha eletto, si giudicano e si assolvono da soli. Decidono, per motivi misteriosi al popolo, chi può essere arrestato, come è avvenuto per Papa del pdl, e chi invece può farla franca, come Tedesco del pdmenoelle.
Basta un cerino acceso, un fiammifero dimenticato e si può scatenare la rivolta sociale. Loro lo sanno. Il Paese è indebitato a partire dallo Stato fino al più piccolo comune. Il debito di ciascun cittadino è la somma del debito di comune + provincia + regione + Stato. Un parmigiano, ad esempio, oltre a 31.000 euro di debito pubblico statale, ha sulle spalle 630 milioni di debito comunale, pari a 1.940 euro a testa compresi i neonati. Parma è comunque fortunata rispetto a Torino, la città più indebitata d’Italia. Affoghiamo nei debiti che qualcuno ha contratto al nostro posto. Più debiti significano meno servizi sociali, città invivibili, trasporti locali al collasso. Prima di qualunque altra spesa, infatti, devi pagare gli interessi sul debito per non fallire.
Ogni giorno un nuovo bollettino giudiziario. Si passa dal pluriarrestato Prosperini del pdl per mazzette a Filippo Penati,vice presidente del Consiglio regionale lombardo del pdmenoelle indagato per concussione e corruzione in un’inchiesta sull’area ex Falck di Sesto San Giovanni. In un Paese in cui Alfonso Papa si dichiara da Poggioreale “prigioniero politico” come un brigatista d’altri tempi e dove il pdl contesta il voto per Papa con la motivazione “Basta elettronica, si torni alle palline“, sono le palline dei cittadini che ruotano vorticosamente. Chi deve andare in galera va deciso dai giudici, non dai sodali degli imputati e chi è accusato di gravi reati deve dimettersi. Nel mentre, Bersani dello Scudo Fiscale, del no alle province, della gestione dell’acqua privatizzata, della Tav e con imputati eccellenti nel suo partito chiede nuove elezioni. Sono d’accordo. Prima però deve sciogliere il pdmenoelle. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
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