Sento un vento forte, duro, insidioso, che spira in Europa. Arriva da tutti punti della Rosa dei Venti. Brezze, refoli che all’inizio sembravano innocui, al massimo ti scompigliavano i capelli, si stanno trasformando in una possibile bufera. I nazionalismi stanno ritornando con la forza di un tempo che sembrava seppellito dalla Storia. In Francia Marine Le Pen del Front National è favorita per le presidenziali. Il bonapartista Sarkozy, l’uomo che prima ti bombarda e dopo ti dice bonsoir, è considerato troppo a sinistra dai francesi, al primo turno otterrebbe solo il 19% contro il 22% della Le Pen che, in caso di elezione, farà tenere un referendum per l’uscita dalla UE. In Finlandia “I Veri Finnici“, un partito di estrema destra antieuropeista e xenofobo, ha raggiunto il 20,4% dei voti. Il suo leader Timo Soini ha dichiarato che non appoggerà nessun aiuto finanziario agli Stati europei in difficoltà come Grecia e Portogallo. Nel Canton Ticino ha vinto Giuliano Bignasca, la controfigura di Boss(ol)i (e ce ne vuole). La sua “Lega dei Ticinesi” è diventato il primo partito. Bignasca ha subito annunciato misure per ridurre il numero di frontalieri italiani che vanno a lavorare in Svizzera. In Ungheria è stata approvata una nuova Costituzione all’insegna di “Dio, Patria e Famiglia“. Un colpo di Stato costituzionale da parte del primo ministro conservatore Viktor Orban. Amnesty International ha denunciato la nuova Costituzione ultra nazionalista perché “viola le norme internazionali ed europee dei diritti dell’uomo ”.
Gli effetti della crisi del 1929 ebbero il loro culmine nel 1933, quattro anni dopo. Per il 2008 dovrebbe valere lo stesso, e nel 2012 dopo le banche, potrebbero fallire gli Stati. Quando falliscono gli Stati, la soluzione più ovvia è la dittatura. Nel 1933 (una coincidenza?) Adolf Hitler divenne primo ministro tedesco a seguito di regolari elezioni. La Storia forse non si ripete mai uguale, ma di certo si assomiglia. La paura della crisi economica e dell’immigrazione (che negli anni ’30 non esisteva) stanno facendo sbandare l’Europa verso un mosaico rabbioso di nazionalismi. Chi li fermerà? Heil Europa!
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