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Le sfilate di Alba Dorata ad Atene ricordano i cortei nazisti dei primi anni ’30. Al posto dei simboli uncinati vi sono nelle strade centinaia di bandiere della Grecia, bianche e azzurre, sventolate per rivendicare nazionalità e appartenenza. L’identità ellenica viene posta in contrapposizione alle alchimie della BCE, è vista come l’affermazione di un nuovo spirito nazionale. Nei filmati, i cortei di Alba Dorata sembrano interminabili. La rabbia ha bisogno di nemici. Il primo è l’Europa, vista come una matrigna, come Saturno che divora i suoi figli, come una padrona in casa d’altri, sempre più odiata e lontana. Il secondo sono gli immigrati. Lo straniero che è oggi in competizione per un lavoro, per un pezzo di pane, per il sussidio governativo, per sfamare la propria famiglia. Se a Berlino vi fu la Notte dei Cristalli con la distruzione dei negozi degli ebrei, ad Atene, notte dopo notte, non si fa distinzione tra le diverse etnie di immigrati. I loro negozi sono assaltati, i vetri sfondati, le loro macchine ridotte a rottami. Gli immigrati di colore sono inseguiti per le strade e picchiati violentemente sotto gli occhi della polizia che talvolta si unisce ai carnefici.
Tutto questo, l’esplosione dell’odio sociale, la ricerca della sicurezza all’interno di un branco di simili, la xenofobia, il nazionalismo portato alle estreme conseguenze, il rinascere di partiti che si richiamano al nazionalsocialismo, era ampiamente prevedibile. La Grecia è una serie di fotogrammi del possibile futuro dei Paesi europei al cui capezzale sono chiamati finanzieri, banchieri e uomini d’affari nella veste di becchini della democrazia. La vista di questi signori, impassibili e senza umanità, è quella di un miope, non vedono lontano, ma solo qui e ora. Al posto di cambiamenti radicali che prevedano la partecipazione dei popoli europei, si accaniscono con lo spread, il debito e il bail out. I referendum sull’euro sono vietati, non contemplati. I cittadini trattati come dei minus habens. Intanto, Atene brucia e l’incendio potrebbe presto estendersi a tutta l’Europa.