L’autostrada Salerno-Reggio Calabria si porta dietro un equivoco di fondo. Basterebbe cambiarle nome (magari in strada statale, oppure strada e basta) per mettere fine a decenni di misteri buffi. Di autostrada ha solo la sigla, e al limite qualche autogrill. Il resto dipende dalla fantasia di chi sta in auto. Due giorni fa il ministro Passera s’è lasciato andare in una previsione un po’ bizzarra: i lavori dell’A3 conclusi entro il 2013. Diciotto mesi, insomma, per chiudere quei cantieri infiniti. Prima di lui, era il 1998, l’allora ministro ai lavori pubblici Enrico Micheli scommise sul riammodernamento della stessa entro il 2003. Scommessa persa. Poi iniziò un valzer infinito di rinvii. Dal 2003 al 2005, poi al 2009. Poi Matteoli che fissava il termine nel 2012, e poi ancora l’Anas che posticipava al 2013. Inutile sottolineare che intanto i costi dei lavori sono raddoppiati e che la ‘ndrangheta ha bloccato i cantieri (kalashnikov in mano) quando ha voluto. Ora, però, anche Passera è pronto a scommettere sul 2013. Non si capisce se colpito da incoscienza improvvisa, o se fiducioso nei Maya.
I cantieri dell’A3 sono ancora lì, da anni. Immaginare che in 18 mesi possano sparire le gru per far spazio ad asfalto e gallerie è roba che neanche Jim Morrison nei suoi viaggi più folgoranti. Intanto, però, dopo la frase di Passera c’è già chi batte cassa. E’ probabile che per la “Sa-Rc” verrà chiesto l’ennesimo rifinanziamento. L’Anas parla di 59 km ancora da finanziare. 59 chilometri che – se le cifre che girano sono giuste (22 milioni a chilometro) – vorrebbero dire qualcosa come 1,3 miliardi di euro. La ‘ndrangheta gradirebbe.
Biagio Simonetta
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