Giulio Regeni era un cittadino italiano e uno studente di dottorato presso l’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Stava conducendo una ricerca sui sindacati indipendenti in Egitto nel periodo successivo al 2011, quando finì il governo di Hosni Mubarak.
Era al Cairo per svolgere la sua ricerca quando, il 25 gennaio 2016, il quinto anniversario della “Rivoluzione del 25 gennaio”, è scomparso. Il suo corpo, con evidenti segni di tortura, è stato ritrovato nove giorni dopo, il 3 febbraio, in un fosso ai bordi dell’autostrada Cairo-Alessandria.
Da allora è partita una grande campagna e migliaia di persone, enti, scuole, media hanno esposto striscioni con la richiesta di verità per Giulio Regeni.
Alla vigilia di ferragosto del 2017 il governo italiano ha annunciato la volontà di “normalizzazione” nei rapporti con l’Egitto e la volontà di rimandare l’ambasciatore al Cairo: l’Italia rinuncia all’unico strumento di pressione per ottenere verità nel caso di Giulio Regeni, ma la nostra battaglia continua.
L’ambasciatore Cantini si è insediato al Cairo il 14 settembre, da allora pochi sono stati i passi in avanti nella ricerca della verità.
FIRMA LA PETIZIONE – CLICCA QUI
Venerdì 8 giugno una delegazione di Amnesty International Italia guidata dal presidente Antonio Marchesi è stata ricevuta dal presidente della Camera Roberto Fico.
Al presidente Fico, Marchesi ha rappresentato le preoccupazioni di Amnesty International per l’intermittente e insufficiente impegno delle istituzioni italiane per accompagnare la richiesta di verità alle autorità egiziane affinché siano conosciuti i nomi dei mandanti e degli esecutori dell’arresto arbitrario, della sparizione, della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni, ormai oltre 28 mesi fa al Cairo.
Antonio Marchesi ha ricordato il giudizio d’inopportunità e intempestività espresso nell’estate del 2017, a seguito della decisione del governo dell’epoca di rinviare l’ambasciatore italiano in Egitto, rinunciando in questo modo all’unica forma di pressione sulle autorità del Cairo.
Nel corso dell’incontro Annunziata Marinari, responsabile della campagna “Verità per Giulio Regeni”, ha descritto l’enorme mobilitazione iniziata nel febbraio 2016 con adesioni di centinaia di enti locali, università, scuole e ulteriori luoghi di cultura così come di centinaia di migliaia di cittadine e cittadini, che hanno così dato vita a un enorme movimento per i diritti umani.
Il portavoce Riccardo Noury ha sottolineato come l’uccisione di Giulio Regeni, lungi dall’essere un caso isolato o una disgrazia, debba essere collocata nel contesto di gravi violazioni dei diritti umani in corso in Egitto dal 2013, anno dal quale le sparizioni forzate di reali o percepiti oppositori o soggetti portatori di minacce alla sicurezza dello stato sono diventate più che quotidiane.
La delegazione di Amnesty International Italia ha espresso preoccupazione per l’attuale giro di vite nei confronti dei difensori dei diritti umani egiziani, soprattutto di coloro che, direttamente o indirettamente, si sono interessati alla ricerca della verità su Giulio Regeni.
Antonio Marchesi, a nome della delegazione, ha espresso grande apprezzamento per le parole del presidente Fico che ha sottolineato come non sia il tempo della memoria bensì quello della ricerca di una verità da perseguire a ogni costo, sostanziale, forte e definitiva.