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L’asse Lega-Pdmenoelle ha fatto le prove generale di regime in Val di Susa. Si preparano al post Berlusconi, a un governo bicolore con la benedizione del manganello. L’ormai salma facente funzione alla presidenza del Consiglio ha sempre annunciato Grandi Opere Inutili a carico dei contribuenti. Maroni e Fassino le vogliono anche fare. A qualunque costo. La prima dichiarazione di Fassino, sindaco sostenuto da De Benedetti, è stata sulla Tav in Val di Susa e sull’intervento delle Forze dell’Ordine nei luoghi in cui è nato. E’ stato eletto per occuparsi di Torino, la città più indebitata e più inquinata d’italia, e il suo primo pensiero è per la Tav. Perché? A chi ha mandato il suo messaggio chiaro e forte? 17 miliardi di euro sono una montagna di soldi pubblici. Irrinunciabili per i partiti e per le imprese che si sono sedute a tavola. Ecco, il problema è sapere chi si è seduto a tavola. Conoscere le modalità di assegnazione degli appalti e le imprese coinvolte. Quelle che, per ora, hanno mandato avanti i camerieri della politica.
Un attacco con 2.000 uomini armati in una valle italiana non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale. Una politica così indifferente alla voce dei cittadini non si ricordava dal governo Tambroni e dai fatti di Genova del 1960 seguiti da una repressione generale in tutta Italia con morti e feriti tra i cittadini. Pertini (dov’è in questi giorni un Pertini?) disse “Dinanzi a queste provocazioni, dinanzi a queste discriminazioni, la folla non poteva che scendere in piazza, unita nella protesta, nè potevamo noi non unirci ad essa per dire no come una volta al fascismo e difendere la memoria dei nostri morti, riaffermando i valori della Resistenza. Questi valori, che resteranno finché durerà in Italia una Repubblica democratica sono la libertà… e la giustizia sociale“.
Oggi è ministro degli Interni Maroni, condannato per resistenza a pubblico ufficiale, novello sciaboletta al comando delle Forze dell’Ordine. Un tambroncino. Un signore che, insieme a tutto il suo partito, ha rinnegato le origini della Lega di “Padroni a casa nostra“. Lo racconti agli abitanti della Val di Susa e ai vicentini che si oppongono alla base militare americana Dal Molin, la più grande d’Europa, lo spieghi ai lombardi, ai piemontesi e ai liguri infiltrati dalle criminalità organizzate, che sono padroni a casa loro.
Domenica in Val di Susa ci sarà una marcia di tutti i valligiani e di ogni italiano che vorrà sostenerli contro la Tav, contro ogni speculazione, contro ogni intimidazione, contro un’opera insensata. Io ci sarò, non vedo l’ora di esserci, tutti dovremmo andare in Val di Susa. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Tutte le indicazioni per la marcia di domenica 3 luglio su FB.
La SUPERCAZZOLA d’annata:
“Qui siamo di fronte a una protesta popolare vera, non sono solo dei centri sociali. Il problema (della Val di Susa, ndr) non si risolve con strumentalizzazioni o con interventi delle Forze dell’ordine“. Maroni, La Padania 7/12/2005