di Richard J. Berry – Quanti di voi per le strade della propria città, hanno visto un senzatetto con un cartello “cerco lavoro” e si è chiesto se diceva sul serio? Ma se gli offrissimo un lavoro, lo accetterebbero davvero?
Ecco la storia di quello che è successo nella mia città, quando abbiamo deciso di scoprirlo.
Sappiamo che il lavoro porta dignità. Sappiamo anche che le persone sono più propense a investire su sé stesse, se credono che la propria comunità voglia investire su di loro. E a tutti noi ci fa stare meglio quando diamo soldi a chi ne ha bisogno. Ma c’è un nodo cruciale: se parlate con i mendicanti, molti di loro vi diranno che i vostri soldi non vanno necessariamente a nutrire il corpo, vanno a nutrire una dipendenza.
Quindi cosa fare? Sono il sindaco di una grande città americana, Albuquerque, in New Mexico. Il 17 luglio 2015 ero sulla via di ritorno a lavoro, e ho visto un uomo all’angolo di una strada. Aveva in mano un cartello e il cartello diceva che cercava un lavoro. Ma il bello è che stava sotto un cartello dei nostri servizi sociali che diceva: “se hai bisogno di aiuto, di cibo o di un posto per dormire, o se vuoi fare una donazione, chiama il 311”.
Quindi perché quest’uomo sta sotto il nostro cartello, con il suo cartello? Beh, ci siamo chiesti se qualcuno avesse chiamato il 311, ed è venuto fuori che l’hanno fatto, hanno chiamato 11.000 volte. Ho poi saputo che quest’uomo è andato spesso nei nostri centri. Per dormire, mangiare e lavarsi, ma poi è sempre tornato a quell’incrocio con il suo cartello.
Perché? È semplice: voleva un lavoro.
Così sono tornato in ufficio, e ho detto: “Prenderemo in parola quest’uomo e altri come lui. L’uomo dice di volere un lavoro, noi gliene daremo uno”.
Se volete fare lo stesso nella vostra città, fatevi due domande. La prima è: c’è ancora qualcosa da fare in città? Se la risposta è no, allora datemi il numero del vostro sindaco perché ho bisogno di alcuni consigli. La seconda domanda da farvi è questa: le soluzioni per i mendicanti stanno funzionando?
Se adottate l’approccio punitivo come facevamo noi, multando i mendicanti o facendo in modo che non stiano nelle belle strade del centro, posso già dirvi che non state arrivando alla radice del problema. Quindi se ci sono cose da fare e avete bisogno di gente che ha bisogno di fare qualcosa, la buona notizia è che avete la soluzione.
Cosa abbiamo fatto?
Abbiamo preso un furgone Dodge del 2006 e l’abbiamo mandato in giro a cercare mendicanti. Ora fermiamo il furgone, scendiamo, chiediamo ai mendicanti se gli va di farsi una giornata di lavoro piuttosto che mendicare tutto il giorno. E in un’ora circa riempiamo il furgone. Ma ci vuole più di un semplice furgone. Ci vogliono persone superfantastiche che guidino questi furgoni e che capiscano il vero problema. Che spronino queste persone.
Poi avrete bisogno anche di un partner no-profit. Il nostro è il St. Martin’s Hospitality Center. Operano nella nostra comunità da più di 30 anni. Offrono assistenza, cibo, riparo, e se non possono farlo, conoscono qualcuno in città che può.
Come funziona? Paghiamo i nostri mendicanti 9 dollari l’ora. Diamo loro un pasto e alla fine della giornata, il nostro furgone li riporta al St. Martin, dove entrano in contatto con i servizi di assistenza. Finora, con il progetto pilota e un paio di giorni la settimana, abbiamo ripulito 400 isolati della città. Abbiamo raccolto oltre 50 tonnellate di spazzatura ed erbacce.
La città ha 6.000 dipendenti, e sono fortunato ad avere dipendenti comunali disponibili a lavorare fianco a fianco con i mendicanti. Stanno risollevando la città mentre risollevano le loro vite. Ma sapete bene che ci vogliono le risorse. La buona notizia è che non ci vuole tanto. Abbiamo iniziato con un vecchio furgone, un essere umano superfantastico, una grande associazione locale no-profit e 50 000 dollari.
Ma spesso ci dicono che Albuquerque ha 600.000 abitanti, al massimo un milione con i sobborghi e che non funzionerebbe nella loro città, è troppo grande, o è troppo piccola. Dissento; se avete anche un solo mendicante sulla strada, potete farlo. Se vivete in una città con 8 milioni di abitanti, potete farlo. Penso che ogni città possa farlo. Ma poi la gente mi dice: “Sindaco, è un pò troppo semplice. Così non funziona”. Ma vi dico questo. Quando andate in strada e vi rivolgete a un mendicante con dignità e rispetto, forse per la prima volta da anni, e dite loro che credete in loro, che davvero avete bisogno del loro aiuto per renderla migliore, che capite che questa non è la soluzione a tutti i loro problemi, ma almeno è un inizio, succede una cosa stupefacente. Cominciano a sentirsi parte di qualcosa e alla fine della giornata, quando tornano al St. Martin sul vecchio furgone, è più probabile che si registrino per i servizi di cui hanno bisogno: tossicodipendenze, consulenza per la salute mentale, e così via. Molti trovano il coraggio di ripresentarsi ai loro cari. Perché si sentono persone.
Finora, con il nostro progetto pilota abbiamo offerto circa 1.700 giornate di lavoro. Abbiamo coinvolto 216 persone in opportunità di lavoro stabile. Venti persone avevano i requisiti per il nostro programma di alloggio, e hanno avuto la casa. Oltre 150 persone sono state messe in contatto con i servizi di salute mentale e tossicodipendenze e ora stanno meglio. L’anno scorso abbiamo ridotto il fenomeno dei senzatetto dell’80%.
Sono quindi felice di dirvi che altre città ci chiamano, Chicago, Seattle, Denver, Dallas, e cominciano ad avviare progetti in cui aggiungono la dignità del lavoro all’equazione. Non vedo l’ora di imparare da loro. Non vedo l’ora di vedere come saranno i loro esperimenti, come saranno i loro progetti pilota, così si potrà trovare un approccio a livello nazionale alla dignità del lavoro e delle persone.
Traduzioni di Stefania Manunza
Revisione di Dario Mazziotta