“TTIP: Il trattato sconosciuto, questo è il titolo dell’incontro che si terrà presso la sala ISMA (Santa Maria in Aquiro) in Piazza Capranica a Roma martedì 2 dicembre alle 10. Promosso dalla senatrice Elena Fattori (vice presidente Commissione Politiche UE – M5S) vedrà la partecipazione del deputato Filippo Gallinella (Commissione Politiche agricole – M5S) l’europarlamentare Tiziana Beghin (M5S) la dott.sa Monica Di Sisto (vice presidente di Fairwatch/Stop TTIP) Stefano Lenzi (WWF) Fulvio Grimaldi (giornalista). Modera il dott. Emanuele Menicocci.
Nel corso del dibattito si entrerà nel merito dell’accordo TTIP in corso di negoziazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Il Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (in inglese: Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un accordo commerciale di libero scambio. Formalmente si tratta di approvare una deregolamentazione che abolirà i dazi doganali, uniformando i regolamenti dei due continenti e diminuendo il controllo dei singoli Stati. Sarà così possibile la libera circolazione di merci, investimenti, servizi ed appalti. Sono molti a ritenere invece che il TTIP diventerà l’ennesimo ostacolo alla sovranità politica, commerciale ed alimentare del nostro Paese.
L’evento organizzato al Senato ha come obiettivo anche quello di valutare e pianificare quali siano le migliori azioni politiche per poter incidere in un processo che sembra inesorabilmente diretto verso una conclusione in tempi brevi, nell’impotenza totale dei cittadini. Nel dettaglio, il TTIP è un trattato sconosciuto. Ad oggi sono secretati tutti i documenti scaturiti dalle riunioni già avvenute a partire dal 2013 e che ne vedranno un’altra nel febbraio 2015.
Secondo le molte voci critiche che si sono levate da associazioni, studiosi e movimenti che in diversi paesi d’Europa si sono schierati contro questo trattato, il TTIP porterebbe un abbassamento di tutti gli standard produttivi in diversi settori, compreso quello agricolo. Il rischio di debilitare il nostro Made in Italy in favore di una massificazione produttiva, tipica degli Stati Uniti è dietro l’angolo. Le aziende americane entrerebbero in diretta concorrenza nella gestione dei beni comuni, come l’acqua. Potrebbero proliferare le colture Ogm spinte dalle multinazionali. Il principio di precauzione sulla salute dei cittadini sarebbe in serio pericolo, il pericolo di un abbassamento del livello qualitativo delle produzioni una certezza.
Inoltre, a favorire ancora di più le multinazionali di ogni settore, interviene la clausola ISDS. Ovvero la possibilità da parte delle aziende di fare causa agli Stati che mettano in pericolo il loro investimento. Esattamente come accadde in alcuni Paesi che furono chiamati a giudizio dall’industria del tabacco per avere introdotto la scritta “il fumo nuoce alla salute” sui pacchetti di sigarette. Francia e Germania già hanno detto “no” all’ISDS.
Elemento ancor più sconcertante è che il procedimento giudiziario non avverrebbe in un tribunale ordinario dello Stato cui viene fatta causa, ma in una sede terza. Un tribunale di “arbitrato” dove presumibilmente i giudici e gli avvocati difensori saranno sempre gli stessi, creando una spaventosa girandola di conflitti di interessi.
In tutto questo gioco, che nulla ha di divertente, gli Stati membro sono tenuti fuori. La Commissione Europea non ha l’obbligo di confronto o ratifica con gli Stati per questo tipo di accordi, così come è previsto invece dal Trattato di funzionamento dell’UE.
Chiamiamo a raccolta tutta la politica, a prescindere dallo schieramento, Governo compreso, che sembra essere poco partecipante alla formazione del TTIP, per fare luce su quanto viene nascosto alla popolazione di tutta Europa. Chiamiamo i cittadini e le associazioni per informare e informarsi, chiamiamo ogni tipo di istituzione che possa essere di aiuto in un processo reale di partecipazione senza dover soggiacere alla nefasta politica di una Unione Europea che finora ha portato crisi e povertà e che apre la porta ad un sistema che, invece di dare la soluzione, peggiora lo stato sociale.” M5S Parlamento