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Trieste a 5 Stelle

beppegrillo.it - Giugno 22, 2011

Intervista a Paolo Menis e Stefano Patuanelli, Consiglieri MoVimento 5 Stelle nel Comune di Trieste


Trieste a 5 Stelle (espandi | comprimi)
Paolo Menis – Sono Paolo Menis, ho 38 anni e sono stato il candidato Sindaco del Movimento Cinque Stelle a Trieste, come sapete abbiamo raggiunto un buon risultato, io come candidato ho tenuto il 6% dei voti, la lista ha raggiunto il 6,1% di voti.
Le nostre proposte si articolano su vari temi, soprattutto quello della partecipazione attiva dei cittadini e sull’informazione ai cittadini, noi vogliamo stimolare la partecipazione attiva dei cittadini nell’amministrazione della città,ma vogliamo anche che in primis sia il comune ha dare le informazioni necessarie al cittadino affinché lui possa partecipare, il nostro comune è molto carente per quanto riguarda la pubblicazione delle deliberazioni di Giunta Comunale e di Consiglio Comunale sul sito Internet, quindi una misura molto semplice e attuabile in pochi giorni sarà quella di chiedere al Consiglio comunale re di attivarsi per pubblicare sul sito Internet del comune, le deliberazioni di giunta.
Per questa città vogliamo una nuova politica dei rifiuti che non si basi sull’inceneritore, a Trieste abbiamo un inceneritore che brucia circa 150 mila tonnellate di rifiuti all’anno, la raccolta dei rifiuti a Trieste non è organizzata in base al porta a porta, ma esistono delle sorte di mini isole ecologiche, dei cassonetti stradali che non possono incentivare la raccolta differenziata. La raccolta differenziata nel nostro comune è ferma a uno scandaloso 20% e se non iniziamo la raccolta porta a porta, questa percentuale crescerà in modo molto limitato. Le nostre proposte poi riguardano anche la realizzazione di un centro di riciclo stile Vedelago che potrebbe, oltre che a determinare una raccolta dei rifiuti più efficiente, anche risolvere in parte il problema dei lavoratori della ferriera di Servola, con questo centro di riciclo si potrebbero impiegare circa 100/150 persone e quindi in parte reimpiegare i lavoratori che nel giro di qualche anno non potranno lavorare nella ferriera di Servola.
Il pericolo della Tav toccherà purtroppo anche il nostro territorio, Trieste è prevista la realizzazione di due gallerie nel Carso, per una lunghezza di 20 chilometri, questo vorrebbe dire un impatto ambientale esorbitante, noi ci opporremo e proponiamo però il potenziamento delle linee ferroviarie esistenti, c’è già un progetto presentato dall’Ing. De Bernardi per conto del WWF, inoltre è necessario per rivitalizzare il trasporto ferroviario a Trieste, cercare di coinvolgere anche operatori commerciali stranieri, noi siamo molto vicino alla Slovenia, quindi dobbiamo coinvolgere le ferrovie slovene e siamo anche molto vicino all’Austria quindi è necessario per avere un migliore servizio e per avere una maggiore competizione, coinvolgere anche i paesi stranieri.
Pensate che attualmente per raggiungere Vienna in treno impieghiamo circa 7/8 ore quando con l’automobile ne impieghiamo 4, stessa cosa anche per raggiungere la vicina Lubiana un’ora di macchina con il treno ne impieghiamo molte di più.
Quindi finché non miglioreremo il servizio non sarà possibile, secondo noi parlare di Tav o di altre infrastrutture che non hanno senso per questo territorio.


Il Park San Giusto (espandi | comprimi)
Stefano Pattuanelli – Sono Stefano Pattuanelli e sono stato il candidato Consigliere comunale per la lista Civica Trieste Cinque Stelle. La mobilità è uno dei punti principali di tutti i programmi dei movimenti Cinque Stelle in Italia, a Trieste è dalla fine degli anni 90 che non viene rinnovato un piano del traffico, noi quello che chiederemo in Consiglio Comunale è che la città si doti di una pianificazione della mobilità che tenga in considerazione, le necessità dei pedonie come ultima ratio il modo di spostarsi delle autovetture private.
Adesso vedremo per esempio come si possono attraversare le rive della nostra città, dove l’amministrazione ha ben pensato di fare sostanzialmente un’autostrada senza corsie preferenziali per gli autobus, senza pensare ai pedoni.
Ecco l’esempio dell’attraversamento doppio, il primo tratto è verde, si arriva a metà, il secondo tratto diventa rosso e bisogna stazionare al centro della carreggiata, è chiaro che in questo spazio c’è uno spazio limitato, bastano 4 mamme con dei passeggini, altre 10 persone e chi arriva non trova più posto per sostare tra un attraversamento e l’altro, crea ovviamente una situazione di pericolo per i pedoni che come sempre sono l’ultima ruota del carro in ogni progetto di mobilità che è stato fatto in questa città!
Anche il tempo di percorrenza, adesso dobbiamo fare in fretta perché sta tornando il rosso, il pedone ha pochi secondi per passare, la macchina ha qualche minuto per passare.
Devono essere aumentate le corsie preferenziali per i mezzi pubblici che a Trieste sono limitatissimi, deve essere previsto un ampliamento delle aree di pedonalizzazione del centro storico,devono essere previste anche aree di pedonalizzazione delle periferie, dobbiamo ripensare al modo in cui ci si sposta e trovare dei parcheggi di interscambio dove chi arriva in bicicletta trovi un bus navetta che lo trasporta in centro.
La linea di parcheggi che è prevista nel piano dei parcheggi urbano, prevede i parcheggi in centro, noi invece pensiamo che i parcheggi devono essere messi in periferia e ci deve essere poi il trasporto pubblico che porta i cittadini in centro, tutte queste cose noi le chiederemo alla nuova amministrazione attraverso i nostri Consiglieri comunali.
Paolo Menis – Questo che vedete alle mie spalle è l’ingresso del futuro Park San Giusto, un esempio di quello che noi non vogliamo, i parcheggi in centro città, a prescindere dalla realizzabilità del progetto, portare le automobili in centro va contro ogni logica di una moderna politica della mobilità di una città come Trieste.


Gli acquedotti bucati di Trieste (espandi | comprimi)
Stefano Pattuanelli – Il modo in cui è stata gestita a Trieste la variante generale al Piano regolatore generale è un esempio di come la politica non deve funzionare, il Piano regolatore generale è stato secretato dagli uffici e è l’atto invece che più di ogni altro avrebbe bisogno della partecipazione dei cittadini, senza entrare nel merito dei contenuti della normativa tecnica piuttosto complicata, il fatto che è stato secretato il Piano regolatore generale basti per dire che è stato un atto fallimentare della politica! Per entrare nel merito poi del contenuto del Piano regolatore generale della variante, pensiamo che il territorio vergine non debba più essere sprecato per favorire interventi di speculazione edilizia e di cementificazione, a Trieste ci sono migliaia di alloggi sfitti in centro, il Piano regolatore generale deve prevedere strumenti per il riuso degli edifici, per la ristrutturazione e per il completamento dei vuoti urbani, al contrario anche questo piano contiene delle zone di espansione che sono assolutamente contrarie anche al decremento demografico della città.
Paolo Menis – Un altro problema molto importante a Trieste è l’acqua, abbiamo circa il 40% di perdite idriche e quindi è necessario intervenire al più presto anche su questo fronte, siamo consapevoli che questo può farlo solo il pubblico, solo lo Stato, la Regione, il comune. Lo scorso ottobre inoltre abbiamo anche presentato una petizione popolare, l’abbiamo presentata in Consiglio Comunale, questa petizione è stata sottoscritta da 1000 cittadini, con questa petizione abbiamo chiesto una cosa molto semplice: di inserire nello Statuto comunale un principio fondamentale, quello che l’acqua è un bene pubblico e non ha rilevanza economica.
Stefano Pattuanelli – In tema di energia diciamo un grande no a tutti quegli impianti industriali fortemente impattanti di produzione di massa dell’energia, come per esempio i rigassificatori, a Trieste ci sono due progetti per impianti di rigassificazione, noi crediamo che l’energia debba essere un bene comune, la produzione dell’energia debba essere diffusa sul territorio e bisogna quindi trovare gli strumenti per incentivare la produzione energetica domestica, preferiamo 1000 piccoli produttori da un chilowatt che una produzione di un megawatt centralizzata, questo due dare anche impulso a quegli insediamenti industriali non impattanti, quindi alla green economy di cui Trieste ha tanto bisogno per portare anche nuove forze lavoro in città!

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