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Stefano, vivo in caserma e morto in cella

beppegrillo.it - Agosto 7, 2009
Stefano, vivo in caserma e morto in cella
(10:06)

Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Andava in giro in bicicletta quando è stato fermato dalle forze dell’ordine. Viene portato in carcere perché sospettato di spaccio. Dalla cella non è mai uscito vivo.
Il blog ha intervistato Ida, la sorella di Stefano.

No comment.

Testo dell’intervista:
“I.F.: Buongiorno, io sono Ida, la sorella di Stefano Frapporti, purtroppo venuto a mancare il giorno 22 di luglio in circostanze strane, sospette, dubbiose… quello che voglio io è avere chiarezza su cosa è successo perché è stato fermato, dopo una giornata dura di lavoro perché mio fratello faceva il muratore 9 – 10 ore al giorno, andava semplicemente facendosi un giretto in bicicletta lì mi è stato riferito da testimoni oculari che è stato accostato da un’auto in borghese – dopo s’è saputo che erano degli agenti – lo hanno anche trattato in malo modo accusandolo di avergli tagliato la strada. Da lì è stato portato in caserma e poi altre testimonianze non ce ne sono se non quelle che ci han dato gli agenti. Addosso a mio fratello non avrebbero trovato nulla. E’ scritto sui verbali, se non gli effetti personali. Gli agenti dichiarano che Stefano dice di avere a casa una o due dosi di spinello. Di fumo. Perché mio fratello non aveva neanche il vizio di fumare nemmeno le sigarette fumava.
blog: perciò lo hanno fermato col pretesto di un banale intralcio stradale, ed è finito poi in caserma accusato di essere uno spacciatore di hashish
I.F.: dai verbali risulta che in quella zona era stata segnalata che potevano esserci delle vendite, degli acquirenti presunti, ecco.
blog: gli agenti hanno perquisito la casa di suo fratello
I.F.: dicono di sì! testimonianze non ce ne sono perché gli agenti sono andati da soli – dicono – con mio fratello lì loro dicono di aver trovato quasi 100 grammi di hashish
blog: suddiviso in dosi
I.F.: …suddiviso in dosi trovate in tre parti diverse della casa. Io sono stata la prima ad entrare in casa, i punti nei quali loro dicono di aver trovato erano evidenti: cioè dietro a una scarpiera leggermente scostata dal muro, e in due cassetti che erano leggermente aperti. Secondo me altre zone della casa non le hanno toccate assolutamente
blog: per cui suo fratello faceva ogni tanto uso di questi spinelli, non fumava nella vita però ogni tanto fumava qualche spinello
I.F.: presumo, io non l’ho mai visto!
blog: ma secondo lei poteva spacciare tutta quella sostanza?
I.F.: assolutamente no! anche perché come mi è stato riferito anche dal direttore della cassa rurale bastava controllare i movimenti, da subito illustrazioni chiare della vita che conduce uno: cosa entra e cosa spende. Gli han sequestrato persino 100 euro, che chiunque in tasca li ha al giorno d’oggi e dai resoconti della cassa rurale li aveva prelevati 2 giorni prima li aveva ancora in tasca! perché era anche un grande risparmiatore visto che era riuscito da solo a comprarsi un appartamento
blog: morale suo fratello è stato portato in carcere con l’accusa di essere uno spacciatore, la sera stessa, è stato fermato circa alle 7 del pomeriggio ed è finito in carcere attorno alle 10, dopo che gli agenti avevano già perquisito casa sua. E poi cosa è successo?
I.F.: da quanto ci è stato detto, lui avrebbe espresso in carcere il desiderio di telefonare alla sorella perché io oltre che sorella gli facevo anche un po’ da madre, soprattutto dopo la morte di mia mamma, sapendo anche che aveva un carattere fragile aveva bisogno di supporto, Stefano era un gran lavoratore ma poi nelle cose pratiche si rivolgeva sempre a me. Lui ha espresso il desiderio e da quanto mi è stato riferito…
blog: chi glie l’ha detto che voleva telefonarle?
I.F.: me l’ha detto il comandante delle guardie carcerarie, in presenza non solo mia, avevo vicino a me mio figlio maggiorenne, mio marito e gli altri due fratelli. Dai documenti invece risulta che loro avevano offerto a lui l’opportunità di telefonare e lui rifiuta la telefonata. In cella rimane poco da quanto dicono loro. Forse 20 minuti. Lui si toglie dalla tuta da ginnastica la coulisse il famoso cordoncino, lo attacca a una trave, al collo, dicono che è salito sul water, ha fatto un passo indietro ed è morto. E’ stato trovato quasi immediatamente dal giro di guardia. Han provato tagliare il cordoncino – dicono loro – han provato rianimarlo questo prima della mezzanotte. La morte è stata dichiarata 20 minuti dopo la mezzanotte perché i medici hanno impiegato il tempo necessario per recarsi lì
blog: lei che era la sorella e anche un po’ madre non sapeva niente niente fino alle 10 del mattino seguente. Com’è che la saputo?
I.F.: la guardia carceraria dice che han dovuto aspettare che aprisse l’ufficio anagrafe del comune per avere i nomi dei parenti. Di lì sono risaliti al numero di mio fratello maggiore, che stava sul lavoro, mio fratello ha avvisato me e nel frattempo anche l’altro fratello e subito siamo andati a vedere
blog: e che idea vi siete fatti di questa morte? perché suo fratello si è suicidato in cella? era da solo in cella?
I.F.: Sì era solo in cella. Io sono convinta che si è ucciso lui anche se c’è qualcuno che dubita, ma io sono convinta perché non avrebbe mai sopportato un disonore simile. Per la sua onestà per la sua bontà non avrebbe mai superato. Io non accuso nessuno che me l’abbiano ucciso, cioè con le proprie mani. Che sia stato lui a compiere il gesto io ne sono sicura, non avrebbe mai superato questo disonore sapendo che lui non aveva niente a che fare con quel mondo.
blog: perciò era un lavoratore, non spacciava droga
I.F.: … ma figuriamoci! probabilmente in compagnia avrà consumato qualche spinello.
blog: e perché secondo lei accade un’identificazione e si arriva a morire in carcere?
I.F.: mio fratello non doveva essere lì! non era il posto. Sapevano chi era, incensurato, hanno visto che nella sua vita soltanto una multa ha preso. Per divieto di sorpasso. Arrivare a 48 anni, quasi 49 a 3 giorni, e non avere mai avuto nemmeno una contravvenzione vuol dire che Stefano con la giustizia non aveva proprio niente a che fare. Solo lavorare, perciò non doveva essere lì. Potevano lasciarlo andare a casa, fare delle indagini, Stefano non scappava.
blog: però lo hanno fermato vicino ad un locale nei pressi di una caserma dei carabinieri,
I.F.: sospettato di essere punto di smercio di queste sostanze il luogo era sospettato, invece che…
blog: ma suo fratello era in bicicletta! Stava andando lì in quel posto?
I.F.: chissà! chi lo può dire? lui passava, chi sa l’intenzione se entrava a consumare qualcosa o percorreva quella strada per recarsi in centro e probabilmente fare anche degli acquisti perché io ho visto in casa che si era comprato del materiale come il costume da bagno e occhialini per andare al mare, in ferie la prossima settimana.
blog: gli agenti però, in casa di suo fratello hanno trovato anche un bilancino di precisione
I.F.: la bilancia da cucina che ho anch’io. Che tutti hanno. Io mi sono accorta che manca. Quella manca senz’altro. E’ un bilancino comperato al negozio lì di fronte al discount della Lidl, c’è anche la marca sul verbale. Di sicuro non pesa grammi.
blog: per chiudere questa storia quali sono i suoi dubbi e cosa vuole dire? cosa vuole fare adesso?
I.F.: voglio chiudere che io devo ancora rendermi conto della mancanza di mio fratello, che non ho avuto il tempo di pensare che non c’è più, che non lo vedo più. Io mi rodo dentro e la mia disperazione è il pensare quelle due ore che ha passato mio fratello come un bambino indifeso. Come un bambino perché mio fratello di carattere era debole. Perché era troppo buono, troppo onesto. E questo lo possono testimoniare in tanti. Per niente s’è mossa tutta la città! Si sono mossi tutti: dagli amici, gente che non conosceva. Tutti a suo favore. Io ora mi aspetto chiarezza dalla giustizia. Adesso chi è del mestiere chi ha in mano questa situazione dovrà andare a fondo e darmi delle risposte di cosa è successo, perché hanno preso lui. Se c’è stata una segnalazione sbagliata o ché… non avrò mai le risposte esatte. Mai.
blog: perché?
I.F.: purtroppo la maggioranza degli italiani pensa così della nostra giustizia.
Ci sono dei lati oscuri. E non ho risposte da nessuno. Da nessuno.”

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