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Articolo di Beppe Scienza, Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino
I risparmi non sono un problema solo per i ricchi. Se fosse così, si potrebbe dire: “Si arrangino!”.
Anzi, proprio chi ha pochi soldi fa bene (se riesce!…), a risparmiare qualcosa, che potrebbe servirgli per necessità improvvise: un periodo di disoccupazione, un’operazione urgente con liste d’attesa troppo lunghe ecc.
Soprattutto per la vecchiaia è opportuno mettere da parte qualche soldino. Anche evitando il terrorismo previdenziale, tipico di sindacati e assicuratori, le pensioni potrebbero essere davvero basse.
Purtroppo in Italia i risparmiatori sono vittime di una politica che per decenni ha tenuto bordone all’industria parassitaria del risparmio gestito. A spingere poi verso la previdenza integrativa si è mosso un fronte bipartisan: la legge per smontare il TFR è stata votata da un governo Berlusconi nel 2005 e poi anticipata e peggiorata dal governo Prodi nel 2006.
Quasi impossibile trovare una banca, un’assicurazione, una rete porta a porta che non rifili prodotti dannosi ai risparmiatori. Come suol dirsi: il più sano ha la rogna. Ma qualcuno riesce a fare un po’ peggio degli altri. È il Monte dei Paschi di Siena (MPS).
Non è solo la banca più antica d’Italia, fondata nel 1472. È anche quella che ha sbolognato alcuni fra i prodotti peggiori
forte appunto di oltre mezzo millennio di storia.
È vero che, investendo soldi, capita di rimetterci. Questo nessuno lo nega, tanto meno io. Ma ci vuole impegno per far perdere più del 100%.
Eppure il fondo comune Spazio Euro Nuovi Mercati, della società di gestione del MPS, in tre anni riuscì a distruggere il 104,3% del patrimonio. In pratica azzerò tutti i soldi affidatigli e poi altri aggiunti dopo. Al netto del credito dimposta sulle minusvalenze, i risparmiatori in realtà persero solo il 91%, che comunque è già un disastro. Per la cronaca, questa si chiama “gestione professionale del risparmio”.
Ma dobbiamo ricordare anche qualcosa di più perfido, la cui iniziativa risulta dell’allora amministratore delegato del MPS Vincenzo Bustis, molto apprezzato – pare – da Massimo D’Alema, noto già per la sua stima per certi famigerati “capitani coraggiosi”. Si tratta di una formula pubblicizzata come “l’innovazione nella previdenza” (pubblicità allegata) e venduta con vari nomi accattivanti: For You o 4You,My WaY ecc. (Quanti nomi inglesi! Se un prodotto ha un nome inglese, gatta ci cova!)
In realtà si tratta di una combinazione esplosiva di un’obbligazione, un fondo comune e un mutuo. La conseguenza? Chi s’è lasciato abbindolare (e un inesperto come fa a evitarlo?), si è ritrovato dopo due anni non solo al verde, ma pesantemente indebitato.
Prendiamo un sottoscrittore di For You, che vi avesse versato i suoi bravi risparmi per due anni, ragionando per semplicità su un totale, cifra tonda, di 10.000 euro. Ebbene, non solo ha perso tutto. Ma si è trovato con un saldo negativo di meno 22.900 euro, come somma algebrica dei titoli posseduti e del debito con banca. Insomma, le doveva ancora un fracco di soldi. In percentuale è una perdita quasi del 330%, molto peggiore che con l’Argentina, la Parmalat, la Cirio, l’Alitalia ecc. Una cosa simile per un prodotto previdenziale è il colmo, anche perché For You (e il suo gemello My Way ecc.) erano presentati come a «basso rischio» e con lobiettivo «mantenimento valore».
Dati più dettagliati per i prodotti citati, file in Excel con le valutazioni ecc. sono disponibili nel mio spazio web all’Università di Torino:
http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/documenti/Libero-2003-05-25.htm
http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/documenti/Repubblica-2003-06-23.htm
http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/documenti/Monte-Paschi-4You.htm