di Beppe Grillo – Quando il campionato mondiale di Pasta lo vince un giapponese, Keita Yuge, con le penne al gorgonzola, bisogna prepararsi a dei radicali, monumentali, cambiamenti: la storia non ha mai avuto pietà per i fuggi fuggi, è ora di smettere lamenti e sospiri.
Il caos… ne sentiamo parlare tutti i giorni, sui giornali: caos a 5 stelle, caos nel pd, caos nel parlamento, quello nella testa di Berlusconi e quello dei rifiuti, il caos il caos il caos.
Il termine più abusato dei nostri tempi… eppure è una parola che viene dalla scienza, quella che studia il mondo naturale.
Sono un mucchio di cose che non sopportiamo, perché c’entra l’imprevedibilità e c’entrano l’invecchiamento ed ogni forma di declino. Noi odiamo talmente questo concetto che lo usiamo per insultare e non per capire.
Ma non possiamo imbellettare il mondo o fargli delle iniezioni di botox, non basta costruire qualche chilometro di piste ciclabili quando miliardi di persone stanno arrivando alla loro personale rivoluzione industriale!
Cosa gli devi dire: no, voi niente, restate lì a coltivare il riso?
Sono sfide epocali che non si possono ridurre a chiacchericci da transatlantico, formare il nuovo partitello e giocare alle scissioni è cosmesi della politica!
Abbiamo ridotto il numero di privilegiati che corrono qua e là pensando ai loro culi mentre il mondo si sta trasformando! Siamo partiti dalla necessità assoluta di una politica più dignitosa, che non fosse la rappresentanza del malaffare e ci ritroviamo oggi di fronte ad uno scenario completamente cambiato. Miliardi di persone da una parte, ed un po’ di maldipancia dall’altra!!!
Di fronte alle grandi sfide globali cosa volete che importi se qualcheduno è incazzato perché adesso siamo alleati con il PD! E’ soltanto debolezza, è soltanto pensiero rivolto alle proprie piccole botteghe… basta una congiuntura di dazi sfavorevole e siamo a gambe all’aria!
Il caos non si ferma, però si può modulare, ma non è che se uno scappa dalla Bonino cambia qualcosa.
Ci sono solo due scelte: fare quelli che giocano a carte e ascoltano l’orchestrina mentre il titanic occidentale affonda oppure vincere vecchie inimicizie creando altrettante imprevedibili nuove consapevolezze.
Restare con i tamarri, rigidi a pensare a metà del proprio naso, colmi di rancore come ragazzini a cui qualche uomo nero vuole rubare i giocattoli significa irrigidirsi di fronte ad uno tsunami.
Togliersi da quel gruppo di buzzurri è stato un segno di plasticità: nel nostro parlamento può succedere qualunque cosa, anche un’epidemia di gastroenterite che farà felici gli idraulici e le imprese di spurgo ma non cambierà nulla. Potremmo anche sparire se non vogliamo essere all’altezza di queste nuove sfide.
Io non vi propongo raffinate strategie politiche da dare in pasto ai graditi ospiti dei talk show, siamo riusciti a portare un presidente del consiglio in italia che non sembra uno squilibrato con vizi inconfessabili. Si può decidere che è troppo per noi e gettare bucce di banana sul suo cammino oppure affiancarlo. L’alternativa? Affogare ripetendo che volete l’Ialia dei si oppure ballando la tarantella con Renzi che fa sentire più allegra la Vono, il mondo… continuerà a cambiare lo stesso.
Quando il campionato mondiale di Pasta lo vince un giapponese, con le penne al gorgonzola, bisogna prepararsi a dei radicali, monumentali, cambiamenti: la storia non ha mai avuto pietà per i fuggi fuggi.