I Paesi del Sud Europa – Italia in testa – pagheranno il conto più salato delle misure di sostegno alla Tunisia previste dalla Commissione europea. L’importazione senza dazio di 70.000 tonnellate di olio dalla Tunisia in due anni penalizza gli agricoltori italiani perché droga il mercato interno dell’olio facendo crollare i prezzi. Gli agricoltori non ce la fanno più. I piccoli produttori saranno costretti a non raccogliere più le olive dagli alberi, un copione già visto con le arance provenienti dal Marocco.
VIDEO #NoOlioTunisino! Difendiamo lolio italiano di qualità
Ci sono tanti modi per aiutare la Tunisia. I quattro miliardi di euro concessi all’Ucraina e i tre miliardi promessi alla Turchia ne sono un esempio. Il Movimento 5 Stelle chiede coerenza all’Europa. L’agricoltura italiana non può essere usata come merce di scambio per la politica internazionale. Il Sud Italia va aiutato e non mortificato con queste politiche iper-liberiste che hanno prodotto emigrazione di massa e abbandono delle terre e delle città.
L’Europa sta già facendo molto per il popolo tunisino e deve fare ancora di più. Nel 2011 nel programma di macro assistenza finanziaria sono stati stanziati 800 milioni di euro. Nel 2015 sono stati erogati 100 milioni di euro, una prima tranche di un prestito complessivo di 300 milioni. Il Movimento 5 Stelle chiede alla Commissione europea di ritirare il provvedimento sull’olio tunisino e di varare un serio ‘Piano Marshall’ che preveda l’istituzione di un fondo per lo sviluppo in tutti i settori dell’economia. La Tunisia ha bisogno di fiducia e investimenti. L’Europa deve aiutarla in questa difficile fase di transizione democratica insidiata dal fondamentalismo islamico. La Germania e i Paesi del Nord Europa devono essere corresponsabili negli aiuti. Con l’olio è solo l’Italia a pagare. La Germania ha chiuso il 2015 con un avanzo commerciale record di 248 miliardi di euro. Metta le mani al portafogli!