Le rivoluzioni partono dall’assalto ai forni o dai portafogli.
“In un’emulazione del grido di Eduardo De Filippo all’attonito Peppino, i greci hanno lanciato il movimento “Non ti pago!”. Una rivolta del portafoglio che parte dalla disobbedienza civile, e sta diventando rivolta vera e propria. Le automobili passano ai caselli autostradali senza fermarsi a pagare il pedaggio, le biglietterie della metropolitana vengono sigillate da buste di plastica, persino i medici aiutano i pazienti a non pagare i ticket per le visite ambulatoriali. Tutto è partito da un’iniziativa di pendolari che hanno bloccato un casello dell’autostrada ad Atene, e ora l’aggratis generale si sta diffondendo per tutta la Grecia. Gli attivisti dichiarano che i cittadini non hanno alcuna intenzione di pagare il prezzo della crisi causata dalla corruzione e dal malgoverno, e dopo i drammatici aumenti delle tasse e i tagli a stipendi e pensioni da qualche parte devono pur risparmiare. L’opposizione cavalca la protesta, mentre il governo accusa i responsabili di non accontentarsi di attuare una disobbedienza civile, ma di voler trascinare e costringere altri a fare altrettanto. Il primo ministro Papandreu osserva sconsolato che i greci non si smentiscono mai, e che lungi dal rappresentare un’iniziativa rivoluzionaria, questa protesta non è che un’altra naturale conseguenza della diffusa cultura dell’illegalità, dell’evasione, della furberia che caratterizza il popolo greco. Da Blogosfere” Au revoir. Francois Marie Arouet, Roma
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