L’Italia sprofonda, e non è più un modo di dire. Nel frattempo i nostri laboriosi politici lavorano indefessamente giorno e notte per darci quella luce in fondo al tunnel tanto attesa. La soluzione ai problemi dell’Italia? Un giro di poltrone. La specialità della casa. Il panorama politico offre una varietà di scelte per tutti i gusti. Per i conservatori, per gli amanti della quiete dei cimiteri, la continuità del governo Letta, così com’è (“Ei fu siccome immobile“) con la Cancellieri benedetta dal Quirinale inamovibile al call center del Ministero della Giustizia. Un Letta UNO.
Per i moderati, ma anche cauti progressisti, un rimpastino con tre/quattro nomi nuovi di area renziana come i giovani De Luca e Fassino, e un patto di programma che in sé non vuol dire nulla, ma è tanto rassicurante sapere che c’è finalmente un programma. Un Letta DUE leggermente frizzante.
Per i cattocomunisti (più catto che isti) un governo nuovo di pacca con a capo Renzie, il più votato dal Gabibbo e il più amato dalle banche. Una staffetta come ai bei tempi di Mazzola e Rivera con al loro posto Capitan Findus e l’Ebetino, due palleggiatori da cortile. Un Renzie UNO per gli amanti del brivido e delle cazzate.
Per i rivoluzionari un ritorno immediato alle urne dopo aver approvato in Parlamento la legge elettorale Pregiudicatellum, la Riforma delle Riforme con cui Berlusconi e Renzie, novelli Padri della Patria, ci hanno scassato gli zebedei per due mesi. Un Super Porcellum che non rilancerà l’Italia, ma Forza Italia sicuramente sì. Un Berlusconi QUATTRO.
Di questo si discute a Roma, di questo si preoccupa Napolitano, di un valzer osceno della politica indifferente ai problemi del Paese, ma attentissimo ai privilegi dei partiti, delle lobbies, dello status quo. Comunque vada, il banco deve vincere sempre. Letta UNO, Letta DUE, Renzie UNO, Berlusconi QUATTRO, un beverone offerto dalle televisioni a tutte le ore come l’elisir di giovinezza. I partiti hanno un solo obiettivo: sopravvivere ad ogni costo e ormai non lo nascondono neanche più. In alto i cuori. Non può piovere per sempre.
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