Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, p3ista, responsabile della fusione con i post (?) fascisti di Alleanza Nazionale ha detto in merito alle prerogative di Napolitano sulla formazione di un nuovo governo: “Ce ne freghiamo!“. “Me ne frego/me ne frego/me ne frego è il nostro motto (del Pdl, ndr)/ Per Berlusconi e Verdini eia, eia, eia, alalà!“. Verdini ha precisato: “Anche i partiti hanno le loro prerogative“. Quali? Leggiamo la Costituzione.
– Art. 5. La Repubblica è una e indivisibile.
– Art. 18. I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete.
– Art. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
– Disposizione Transitoria e Finale XII. È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In sostanza abbiamo un tizio con il nome di un dopobarba, Denis, il macellaio che non deve chiedere, rappresentante di un partito ripieno di ex piduisti (associazione segreta vietata dall’art.18), il cui capo aveva la tessera P2 1816, un partito fuso con dei fascisti con il busto di Mussolini all’ingresso di casa e il saluto romano incorporato (partito fascista vietato dalla Disposizione XII), alleato con dei secessionisti (vietati dall’art. 5). E’ quindi chiaro che l’obbligo del Presidente della Repubblica, non la semplice prerogativa, è lo scioglimento immediato del Pdl sulla base della Costituzione Italiana. E’ altrettanto chiaro che i partiti hanno occupato spazi istituzionali che non gli competono. I partiti, recita la Costituzione, dovrebbero essere libere associazioni di cittadini, come le liste civiche, e sono invece diventati i rappresentanti di sé stessi occupando ogni spazio da almeno trent’anni, come disse Enrico Berlinguer in una intervista del 1981: “I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali…“.
L’arroganza dei partiti deriva dall’impunità, dal credersi padroni del Paese, dal poter trattare le Istituzioni come una pezza da piedi, come è avvenuto con la chiusura della Camera. I partiti, come sono adesso, devono estinguersi. Nominano i loro parlamentari sostituendosi agli elettori, incassano un miliardo di euro di finanziamenti elettorali nonostante un referendum, ignorano le leggi popolari, boicottano i referendum, finanziano i loro giornali con i soldi dei contribuenti, spendono miliardi di euro che non hanno, creando la voragine del debito pubblico. Napolitano sciolga il Pdl, non tema, nessun italiano muoverà un dito. Il resto verrà da sé.
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