Massimo D’Alema sarà candidato dallo psiconano per la carica di ministro degli Esteri dell’Unione Europea. Lo scrittore della Mondadori si è premurato a dire: “Grato al governo per l’appoggio… Ma io con Berlusconi non ho fatto e non farò mai nessun inciucio… Una nomina italiana a ministro degli Esteri d’Europa è una questione di grande interesse nazionale, non un pastrocchio da piccolo interesse di bottega. Se qualche imbecille non lo capisce, peggio per lui“. Ecco, io sono quell’imbecille. Facciamo un piccolo ripasso delle dichiarazioni dalemiane: “Con Berlusconi dobbiamo riscrivere le regole dello Stato democratico (3-6-96) – La Fininvest è una grande azienda e una grande risorsa per il Paese (29-3-96) – Berlusconi è un uomo che ha portato nella vita politica italiana una novità rilevantissima (22-4-96) – Io di Berlusconi mi fido: credo proprio che sia sincero quando dice di volere le riforme (23-1-96) – Forza Italia è un partito confinante con il Pds. Ma il nostro non è inciucio: è antagonismo collaborante (19-12-96)“. Il governo D’Alema nel 1999 con la legge 488, articolo 27, comma 9, pagina 32 ha garantito allo psiconano la ricchezza a vita. Le concessioni per le frequenze televisive nazionali cedute (regalate?) per l’uno per cento del fatturato. Meglio imbecille che D’Alema.
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