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Il pesce puzza dalla testa e la testa è il Parlamento. Deputati e senatori non servono il loro Paese, ma il loro signore, il loro benefattore. L’Italia è un sistema vassallatico-democratico. Tutti i deputati e i senatori sono stati nominati dai padroni dei partiti. Coloro che comandano in Parlamento, e quindi nel Paese, si contano sulle dita di una sola mano. Pdl e Pdmenoelle hanno instaurato una dittatura parlamentare.
Nessun deputato o senatore chiede la revisione immediata della legge elettorale che impedisce la nomina diretta del candidato da parte dei cittadini. Nessuno di loro si dimette dalla vergogna. Nessuna Istituzione interviene, men che meno Morfeo Napolitano. Eppure, con questa legge elettorale, nuove elezioni politiche sono inutili. Una presa per il culo e uno spreco di denaro pubblico. Non ha senso andare a votare con una legge incostituzionale (a proposito perché non si esprime la Divina Corte Costituzionale?). In caso di fine della legislatura è più semplice e corretto che Casini, Berlusconi, Bersani e gli altri si riuniscano in concilio, decidano le liste elettorali e le comunichino al popolo. Il risultato sarebbe uguale senza scomodare decine di milioni di italiani.
Siamo ritornati ai vassalli e ai servi della gleba, come nel Medio Evo. “Il vassallaggio era un rapporto di tipo personale che si instaurava nel sistema vassallatico-beneficiario. Si trattava di “contratto” privato tra due persone, il vassallo e il signore: il primo si dichiarava “homo” dell’altro, durante la cerimonia dell'”omaggio”, ricevendo, in cambio della propria fedeltà e del servizio, protezione dal signore. Il sistema feudale prevedeva l’immunità, il privilegio di non subire, nei confini della signoria feudale, controlli da parte dell’autorità pubblica.” Il sistema vassallatico-democratico italiano è identico, anche nel privilegio dell’immunità parlamentare. Ma forse oggi è peggio. Io ho un sospetto, pur non avendone le prove, che l’attuale “contratto” tra vassallo e “homo” per rivestire una carica parlamentare possa essere economico. Un milione di euro o una cifra importante in cambio di un posto assicurato in Parlamento. Non sarebbe strano, né improbabile. Chi dispone dei seggi li può vendere o mettere all’asta. Il seggio è un bene tangibile, centinaia di migliaia di euro all’anno, pensione assicurata, visibilità, benefit di ogni tipo. E’ il miglior investimento possibile, meglio dei fondi o dei titoli di Stato. Molti sarebbero disponibili a pagare.
Il Parlamento è diventato una risorsa economica, va trasformato in una Lotteria Elettorale. Si vince un soggiorno di cinque anni a Palazzo Madama o a Montecitorio. Il primo premio è la Presidenza del Consiglio. Le casse dello Stato migliorerebbero e anche la democrazia.