A seguito della crisi politico-militare con lUcraina, le sanzioni economiche introdotte nel 2014 dallUnione europea nei confronti della Russia e le reazioni di Mosca sono costate al nostro made in Italy 3,6 miliardi di euro. Lexport italiano verso la federazione russa, infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015 (-34 per cento). A denunciarlo è lUfficio studi della CGIA.
Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni) sono le regioni che con lintroduzione del blocco alle vendite hanno subito gli effetti negativi più pesanti: oltre il 72 per cento del totale del calo dellexport verso la Russia ha interessato questi tre territori.
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Dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 sono ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (-648,3 milioni di euro), labbigliamento (-539,2 milioni di euro), gli autoveicoli (-399,1 milioni di euro), le calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro), i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni) sono stati i settori dove i volumi di affari in termini assoluti hanno registrato le contrazioni più importanti.
Anche alla luce degli attacchi terroristici avvenuti nei giorni scorsi a Bruxelles segnala il coordinatore dellUfficio studi della CGIA Paolo Zabeo è giunto il momento che lUnione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate. Per ripristinare la pace nellarea mediorentale e per combattere le frange terroristiche presenti in Europa, la Russia è un alleato strategico indispensabile per il mondo occidentale. Proseguire con le misure restrittive nei confronti della Russia che, ricordo, scadranno il prossimo mese di luglio, sarebbe poco oculato e controproducente.