La farsa di questo governo, ma forse è più corretto chiamarlo amministrazione controllata, continua. La cartina di tornasole è il debito pubblico che continua ad aumentare. E’ arrivato a 1.972 miliardi. A Capodanno brinderemo per il superamento dei 2.000 miliardi. La crescita del debito, l’unica crescita che in Italia ci possiamo permettere, porta con sé nuovi interessi da pagare che, nel tempo, rendono inutile qualunque nuova tassa. In sostanza abbiamo pagato l’IMU e subito un aumento del prelievo fiscale soltanto per coprire gli interessi sul nuovo debito accumulato nell’era di Rigor Montis. E’ come svuotare l’oceano con un secchiello. L’unica via di uscita da una situazione che ci porterà alla catastrofe prima economica e poi sociale è la riduzione del debito e degli interessi annuali che dobbiamo onorare per evitare il default che, per il 2013, saranno di circa 100 miliardi di euro.
Il debito si può ridurre in due modi: si ristruttura o si tagliano le spese non essenziali in modo draconiano. L’alternativa attuata fino ad ora di nuove tasse è suicida. Le aziende chiudono e il gettito fiscale è destinato a crollare. I tagli li può fare però solo chi se li può permettere e uno come Monti, che del Sistema ha sempre fatto parte, dai tempi di Cirino Pomicino, non è in grado (e credo neppure ne abbia alcuna voglia) di spostare neppure una paglia, figurarsi le Province, le pensioni d’oro, i miliardi “garantiti” ai concessionari, gli F35, l’eliminazione dei contributi all’editoria e ai partiti, eccetera, eccetera. Se quella di Tremorti era finanza creativa, quella di Rigor Montis è finanza mortuaria. Nel 2012 centinaia di migliaia di imprese hanno chiuso i battenti e i piccoli e medi imprenditori sono inferociti. Chi può lascia il Paese. E’ un esodo. Ma senza il reddito da impresa, questo Governo dove vuole andare? Avremo milioni di disoccupati nelle strade. Da economico il problema diventerà di tenuta dello Stato e di ordine pubblico. Sembra di stare come d’autunno sugli alberi le foglie e siamo solo a Ferragosto.
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