L’assistente virtuale di Google può aiutare anche chi non parla e quindi non è in grado di impartire comandi vocali. A renderlo possibile è un ingegnere italiano, Lorenzo Caggioni.
Il progetto si chiama Diva (acronimo di DIVersely Assisted) e permette a chi è affetto da disabilità verbali di accedere all’assistente vocale di Google senza usare la voce. L’idea è nata dalla volontà di Lorenzo di costruire un dispositivo che permettesse a suo fratello Giovanni, affetto da disabilità, di poter ascoltare musica con maggiore autonomia sfruttando l’assistente virtuale di Google. La soluzione è un pulsante collegato a una “scatola”, che ha il compito di convertire il segnale del pulsante in un comando da inviare all’assistente.
“Mio fratello Giovanni ha 21 anni e la sua passione sono la musica e i film. Ma essendo nato con cataratte congenite, sindrome di Down e sindrome di West, non riesce a parlare. Questo significa che ha bisogno della famiglia o degli amici per far partire o per fermare una canzone o un video”, racconta in un post Lorenzo.
“Abbiamo cominciato con un pulsante che invia un singolo comando, ma le funzionalità potrebbero essere estese per far fronte a diverse situazioni. Ora stiamo esplorando la possibilità di attaccare a diversi oggetti di tag Rfid – etichette elettroniche che possono essere individuate a radiofrequenza – in modo da associare un comando diverso a ciascuna etichetta. In questo modo, una persona potrebbe usare un pupazzo per far partire un cartone animato in Tv oppure un CD per attivare la musica, semplicemente avvicinando a Diva l’oggetto”.