di Beppe Grillo
1941, Roosevelt: “Signori miei, non state capendo”
Ha scritto il Professor Antony Patt, coautore dei rapporti sul clima dell’ONU: “Alla fine del 1941, poco dopo l’entrata in guerra, il Presidente Roosevelt convocò i responsabili dell’industria automobilistica americana e spiegò loro quanti aerei, carri armati e veicoli dovevano produrre. Sgomenti, essi dissero: “Signor Presidente, ma così non potremo più costruire automobili per gli americani.” Il Presidente rispose, “Signori miei, non state capendo”. Finché non vinciamo questa guerra, non produrrete più automobili per il popolo americano”. Ed ebbe ragione lui. Il primo gennaio del 1942 la produzione dei veicoli privati fu sospesa e tutte le produzione furono riconvertite per gli armamenti. Il resto è storia, compreso il fatto che le case automobilistiche, tornando alla produzione di automobili, conobbero una crescita economica senza precedenti.”
O con le buone o con le buone
Come disse Roosevelt nel 1941, “Signori miei, non state capendo” è ciò che ora il Movimento 5 Stelle dice al Paese e a tutti coloro che siedono nel governo e in Parlamento. In un anno tutto è cambiato. Per restare fedele a sé stesso cambia anche il MoVimento 5 Stelle. “O con le buone o con le buone” è ora il nostro motto.
Con le buone o con le buone il popolo Italiano sta affrontando la pandemia nel 2021. Con le buone o con le buone il Movimento 5 stelle incoraggia la modernizzazione ecologica del Paese. Sia per il 2021, sia per il 2050.
Il dramma della pandemia ci ha fatto riscoprire la solidarietà come la chiave del futuro. Non tutto il male vien per nuocere. Perché di ancor più solidarietà avremo bisogno nei prossimi decenni. Altrimenti, nessuno si salverà da solo.
Un piccolo virus ha generato un grande problema. Un piccolo Movimento – ora cresciuto – vuole generare una grande soluzione. Il dopo-pandemia non sarà un semplice “riaccendere la luce”, come ha detto il Presidente Draghi. Il “mondo di dopo“ non sarà come il “mondo di prima”. Sarà il mondo per il 2050, non solo il mondo per il 2021.
Perché il Movimento 5 Stelle nel Governo di Mario Draghi
La pandemia ha scatenato una crisi sanitaria e economica drammatica. Purtroppo questa crisi è solo il precursore dei drammi ancora maggiori che la comunità umana sta per affrontare: lo sconvolgimento del clima, l’inquinamento crescente di aria, mari e suoli dell’intero Pianeta, l’accelerazione della scomparsa di migliaia di specie che costituiscono la meravigliosa biodiversità della nostra “casa comune”.
Dopo la caduta – davvero non necessaria – del governo di Giuseppe Conte, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato tutti i partiti a partecipare a un governo di emergenza sanitaria, economica ed ecologica presieduto da Mario Draghi. Nei sondaggi la grande maggioranza degli interrogati dichiara di aver fiducia in Draghi. Una minoranza, invece, lo avversa. Spetterà al Presidente di dimostrare chi dovrà cambiare opinione su quello che egli farà. Non su quello che ha fatto.
Mario Draghi è stato per decenni un uomo di banca pubblica, prima dello Stato Italiano, poi degli Stati europei. Come altri banchieri centrali e statisti in altri Paesi dice di aver capito la vera sfida del secolo: “Lasciare un buon Pianeta, non solo una buona moneta”. Lo prendiamo in parola. È su questo che l’Italia del 2021 e l’Italia del 2050 lo giudicheranno.
Il Movimento 5 stelle per il Piano di Ripresa da 210 miliardi
Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di non sottrarsi alle sue responsabilità di primo partito in Parlamento. Daremo il meglio per contribuire a fare un uso più lungimirante possibile dei 210 miliardi che – anche grazie al Presidente Giuseppe Conte – l’Unione Europea mette straordinariamente a disposizione dell’Italia per uno straordinario Piano di Ripresa (PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in inglese: Recovery Plan).
L’urgenza per il 2021 e la previdenza per il 2050 devono combinarsi, non ostacolarsi. Da una parte l’Italia deve mirare alla più immediata efficacia del Piano di Ripresa per alleviare, qui e ora, il dramma di chi è colpito fisicamente, psichicamente e economicamente dalla pandemia e dalle dolorose restrizioni necessarie. Dall’altra l’Italia deve impegnarsi perché il Piano di Ripresa sia il catalizzatore dello sviluppo sostenibile dell’Italia 2050.
Antropocene: il debito col Pianeta è più grave del debito con la moneta
Da mezzo secolo le politiche dei Paesi industriali si sono ridotte a saltare da una emergenza alla successiva, occupandosi solo delle cose urgenti e mai di quelle importanti a lungo termine. E’ così che le società industriali hanno creato involontariamente l’Antropocene, l’era geologica in cui le attività incaute degli umani stanno modificando la superficie del il Pianeta e la biosfera più di quanto facciano le forze naturali del Pianeta stesso. L’umanità ha così accumulato con il Pianeta un “debito ecologico” colossale. Il nostro debito col Pianeta è molto più grave del nostro debito con la moneta. Alla bancarotta di una moneta è sempre seguita una nuova moneta. Non accadrebbe lo stesso con la bancarotta del Pianeta.
È per questo che l’Italia, con mezzo secolo di colpevole ritardo – e noi non ci chiamiamo fuori – finalmente avvia una profonda Transizione Ecologica e Solidale che copre tutti gli aspetti del vivere e del produrre, invece di essere considerata solo uno dei tanti rami dell’albero dell’economia.
La Transizione: un rivoluzionario Ministero e un rivoluzionario Comitato interministeriale
Per accettare di partecipare a questo governo di emergenza il MoVimento 5 Stelle ha posto due condizioni tassative: l’istituzione di un Super Ministero della Transizione Ecologica, il MiTE, e soprattutto l’istituzione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, il CITE sotto la responsabilità diretta del Presidente del Consiglio – dell’attuale Presidente, e di tutti quelli futuri. Il primo successo di questo governo è stato già raggiunto dal suo primo giorno. Abbiamo voluto questa rivoluzione irreversibile per il bene del Paese e dei nostri nipoti, qualunque sia il governo tra qui e il 2050. Se qualcuno sapesse fare ancora meglio di noi, ben venga. Ma dovrà convincere gli Italiani. Intanto facciamo noi gli apripista.
L’istituzione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, il CITE è ancora più importante di quella del Ministero della Transizione, perché il CITE coordina numerosi ministeri chiave ed è praticamente un “governo del governo”.
I progetti della Transizione Ecologica, ora finanziabili grazie all’Unione Europea, avvieranno da oggi e per sei anni strutture e mutamenti statuali, economici e tecnologici, posti di lavoro, redditi e profitti cruciali per i prossimi decenni. Purtroppo l’emergenza sanitaria durerà ancora qualche mese o forse qualche anno. La ben più grave emergenza ecologica, invece, si aggraverà sempre più per decenni, se l’intero Paese non agirà da oggi per contrastarla.
La Transizione Ecologica e Solidale è la radice del benessere, non uno dei suoi rami
La Transizione Ecologica non è una nuova etichetta per le vecchie politiche ambientali, che cercavano di riparare qualcuno dei danni che il modo economico del 20° secolo faceva e fa ancora alla salute delle persone e della natura. La Transizione Ecologica non è uno dei rami dell’albero dell’economia. La Transizione Ecologica è la radice dell’albero del benessere.
“Tutto andrà bene” solo se tutti staranno bene
Se la Transizione Ecologica non sarà anche solidale ed equa, essa fallirà. E’ questa la grande lezione che abbiamo chiesto personalmente di raccontarci a Nicolas Hulot, da quarant’anni “Monsieur Environnement” in Francia, invitato invano nel governo dagli ultimi quattro Presidenti, e creatore del primo “Ministero della Transizione Ecologica e Solidale” . Il governo ha fallito – ci ha detto il dimissionario Hulot – per due motivi. Primo, non ha reso la transizione equa e solidale, generando così le proteste dei “gilet gialli” e di decine di milioni di persone. Il governo ha addirittura abbassato le tasse ai più ricchi e, dopo le dimissioni di Hulot, ha smantellato la parola “solidale” dal nome del Ministero, snaturandone la missione. Secondo motivo del fallimento: il Presidente della Repubblica francese – ci ha detto Hulot – ha trattato la Transizione come un tema, pur importante, tra tanti, e non come la missione principale dei governi di questo e dei prossimi decenni.
Allora, avanti un altro! Ora tocca all’Italia, il terzo Paese al mondo a provarci. I 5 Stelle, il governo Draghi e tutti i partiti, anche quelli ora all’opposizione, devono imparare dagli errori francesi sulla Transizione Ecologica!
In ogni Paese, decine di milioni di cittadine e cittadini parteciperanno attivamente alla Transizione solo se non saranno assillati, come ora, dalla perdita di potere d’acquisto, dalle ristrettezze e dalla paura del domani. Non solo il Paese deve loro giustizia, ma anche loro – come tutti noi – devono al Paese un impegno per la Transizione Ecologica e Solidale. Senza la partecipazione attiva anche della metà più svantaggiata e sfruttata della popolazione la Transizione Ecologica non potrà essere “un lusso per pochi” e l’Italia non ce la può fare. Davvero, “tutto andrà bene” solo se tutti staranno bene.
I milioni di cittadine e cittadini che in ogni nazione dovranno cambiare o adattare la loro professione potranno farlo senza traumi solo se il potere pubblico li sosterrà completamente nella loro riqualificazione. Lo Stato dovrà sostenerli “costi quel che costi”, ossia “whatever it takes”, come disse il Presidente Draghi quando si trattò di salvare la moneta comune. Ora è la volta di salvare la “casa comune”, ossia la biosfera.
Pur con i miliardi dell’Unione Europea, la Transizione Ecologica non sarà a costo zero. Chi ha le spalle più grosse sarà chiamato a contribuire in proporzione alle sue forze al bene comune, come prescrive la Costituzione.
La Transizione Ecologica e Solidale costa. Ma ci fa risparmiare
Sì, dapprima la Transizione Italiana richiederà molte spese, in parte provvidamente sostenute dai contribuenti dell’Unione Europea. Ricordiamolo ai nostri evasori fiscali grandi e piccoli. Chi di noi è senza peccato? Anche le formiche, nel loro piccolo…
Sulla media distanza, però, i costi economici e sociali della Transizione saranno molto minori del costo di non farla. Nel 2006 lo calcolò e lo scrisse l’economista britannico Sir Nicolas Stern nel suo celebre “Rapporto Stern sull’economia del clima”, commissionato dalla Regina. Nel 2021, dopo quindici anni di quasi inazione, il costo del non agire è già ulteriormente aumentato – ci ammonisce Sir Stern.
Creare imprese nel quadro della Transizione Ecologica vuol dire creare imprese che durano nel tempo e che possono vincere in Italia e all’estero le sfide del futuro. Vuol dire creare occupazione, reddito e nuovi lavori nei settori che domineranno il futuro, non nei settori destinati a estinguersi, come per esempio l’economia che ruota intorno ai combustibili fossili: gas, petrolio e carbone. I combustibili fossili hanno permesso nei Paesi più ricchi, come l’Italia, il boom economico del 20° secolo. Ma saranno solo le energie rinnovabili a permettere entro il 2050 il benessere sostenibile del 21° secolo. “Le tragedie “naturali” sono la risposta della Terra al nostro maltrattamento” ha detto Draghi al Senato, citando Papa Francesco. Saranno purtroppo sempre più queste tragedie a costringere ogni Paese a dotarsi di un Super Ministero della Transizione ecologica che coordini la politica dei futuri governi. Ce lo impone sempre più il crescente dissesto sociale, economico ed ecologico del Pianeta. Ebbene, dal febbraio del 2021 l’Italia è il terzo paese al mondo a dotarsi di questo Super Ministero del futuro. Il MoVimento 5 stelle ne rivendica il merito. Ne siamo fieri perché questo è un Ministero per tutti, non il Ministero di un partito. In un società solidale l’unica vera vittoria di ognuno è solo quella che fa vincere tutti. Siamo fieri di essere stati noi 5 Stelle a mettere l’asticella tanto in alto. La nostra speranza è di vedere tutti gli altri partiti diventar capaci di saltare così in alto. La sfida del futuro è aperta.
Conta il peso, non il numero dei Ministeri
Nella trattativa con il Presidente Draghi il MoVimento 5 Stelle ha puntato sulla sostanza e sul peso dei ministeri ai quali ci siamo candidati, non sul loro numero. Nessun ministero è “minore”, ma c’è un “Ministero maggiore”, quello della Transizione Ecologica e Solidale. Esso è per i prossimi decenni “il Ministero del futuro di tutti”, non il bottino di un partito. È il catalizzatore dell’orientamento ecologico dei governi. E’ la loro bussola. Per ora andiamo avanti noi, ma saremmo solo felici se altri politici di altri partiti imparassero presto a guidare questa “macchina del futuro” facendo tesoro dei nostri successi e anche dei nostri errori. Qualunque partito gestirà il MiTE nei prossimi decenni , esso dovrà fare i conti con la fine del 21° secolo, non con la fine della legislatura. Il 2050 è domani, ed è di tutti. La Transizione Ecologica o sarà di tutti o non sarà mai.
Più giustizia sociale e più diritti per i deboli
Da sempre il Movimento 5 Stelle ha alcuni principi irrinunciabili: una più equa distribuzione delle ricchezze, dei diritti e dei doveri, l’integrità ecologica, la trasparenza, la tutela prioritaria dei più deboli e più svantaggiati. Grazie a questo Governo e al MoVimento 5 Stelle lo sviluppo sostenibile e il precetto della tutela nella natura locale e globale – da anni reclamati da molti – saranno scritti nella Costituzione. Ci piacerebbe che all’inizio della Costituzione si scriva anche questa frase “La forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri” con cui inizia la Costituzione del popolo Svizzero
Da trent’anni grido nel deserto
Sono trent’anni che parlo, grido e scrivo della tutela dell’ambiente, del contrasto al consumismo, della riduzione dell’uso di energia, dei materiali e del tempo di lavoro. In buona parte grazie al MoVimento 5 stelle questi temi sono finalmente arrivati in Parlamento e poi al governo, compatibilmente con i compromessi necessari nei governi di coalizione.
A dodici anni dalla fondazione del MoVimento 5 stelle, il 4 ottobre 2009, giorno di San Francesco, molti dei nostri obiettivi fanno parte dell’agenda di governo di un Paese del G7, la nostra Italia. Il Movimento 5 stelle si sta allenando da anni per questo momento! Abbiamo fatto errori. Chi non ne fa? Ma ci siamo mossi come rabdomanti su terreni non ancora esplorati da noi, né da altri. Solo chi non fa non sbaglia.
Portare le idee di progresso al governo crea il benessere di tutti
Il Movimento 5 Stelle è nato per portare al governo le migliori idee di progresso, quelle che sono la continuazione delle idee che in duecento anni hanno edificato in Europa una società più giusta e più prospera. Quei progressi sociali ottenuti dalle lotte dei nostri nonni e genitori ora sono messi a repentaglio se non gli affiancheremo il progresso ecologico.
La Transizione Ecologica è un evento storico inevitabile per ogni paese e per l’intera umanità. Non è la bandiera di un partito. Alcuni partiti la promuovono più attivamente, altri la avversano o trascinano i piedi. Ebbene, anche a costoro che non condividono le nostre idee apriamo le braccia e diciamo: partecipate anche voi al progresso sociale ed ecologico, magari con qualche idea anche migliore delle nostre. Perché “la storia siete anche voi. Attenzione, nessuno si senta escluso”. Il progresso sociale e ecologico verrà comunque con o, purtroppo, senza di voi.
Le elezioni e le politiche di Roma Capitale
Proprio in Italia un grande manager visionario Italiano, Aurelio Peccei fondò il Club di Roma, il profetico cenacolo internazionale di scienziati ed economisti che lanciò per primo, con un approccio scientifico, l’allarme globale con il suo storico rapporto del 1972 “I limiti alla crescita” (The limits to growth), tradotto in cinquanta lingue e venduto in decine di milioni di esemplari. La nostra Capitale è quindi predestinata mettere in pratica le visioni del Club di Roma e a catalizzare la Transizione Ecologica non solo nel suo ambito geografico ma anche potenziando la collaborazione con le più avanzate capitali europee. Il Movimento 5 stelle governa Roma da cinque anni. Non è stato facile. Possiamo fare meglio, con l’aiuto di tutti. Insieme al nuovo Super Ministero per la Transizione Ecologica il Comune di Roma, con la sindaca Virginia Raggi, è in buona posizione per dare nuovo slancio ecologico alla Capitale. Siamo particolarmente orgogliose e orgogliosi di avere scelto per sindaco una donna, come a Torino, Parigi, Barcellona, Zurigo e in altre grandi città europee d’avanguardia.
Giuseppe Conte e il rinnovamento del MoVimento 5 Stelle
Un mese fa Giuseppe Conte ha detto “per il Movimento 5 Stelle ci sono e ci sarò”. È un impegno che ha preso pubblicamente e che intende onorare. Gli è stato chiesto di scrivere insieme a noi un progetto per il futuro del Movimento. Non parliamo di un futuro a breve termine ma dell’unico orizzonte che una forza politica moderna deve considerare: il 2050.
Il MoVimento è il primo protagonista politico a lanciare la parola d’ordine “2050”. Non chiediamo di meglio che essa diventi la parola d’ordine di tutti: del governo, di tutti i partiti, di tutte aziende capaci di futuro, delle Organizzazioni Non Governative, del volontariato che tiene in piedi questo Paese, delle Associazioni in cui milioni di cittadini lavorano per un ideale, non per un pugno di euro, di tutte le cittadine e e i cittadini. Perché davvero, “nessuno si salverà da solo”, come dice Papa Francesco.
E’ certo. “Il mondo di dopo” sarà diverso dal “mondo di prima”. Il Movimento 5 stelle lavora perché esso sia un mondo migliore.