Ancora una volta la Francia si dimostra foriera di iniziative da emulare. Così come per la città dei 15 minuti, da qualche anno Parigi è teatro di un progetto chiamato “République des Hyper Voisin“ (Repubblica dei Super Vicini o dei buoni vicini), un “laboratorio di sperimentazione sociale” che vuole affrontare le carenze della vita cittadina moderna, frenetica e solitaria.
Nato nel 2017 nel 14° arrondissement sulla Rive Gauche, che comprende circa 50 strade e 15.000 residenti, il progetto incoraggia ad interagire quotidianamente attraverso schemi di mutuo soccorso, condivisione volontaria delle competenze e incontri organizzati.
Quasi 2.000 persone ora partecipano a cene in strada, brunch e aperitivi settimanali nei ristoranti locali, gite culturali, attività per bambini e altro ancora. Durante la pandemia, i residenti si sono mobilitati per realizzare mascherine, consegnare la spesa ai vicini vulnerabili e preparare torte per sostenere un ente di beneficenza locale. Cruciale è anche l’aspetto digitale: tra decine di gruppi WhatsApp ci sono quelli dedicati alla riparazione di dispositivi rotti, alla vendita di beni di seconda mano e alla condivisione di risorse sanitarie.
“Lo stereotipo di un parigino è brusco e ostile”, afferma al The Guardian Patrick Bernard, l’ex giornalista che ha lanciato il progetto. “Ma la vita in città non deve essere sgradevole e solitaria. Vogliamo creare l’atmosfera di un villaggio in uno spazio urbano. La convivialità non è solo una bella sensazione, può diventare una risorsa potente, un agente economico e sociale essenziale.
Bernard ha definito gli obiettivi a lungo termine volti a trasformare la natura stessa e il funzionamento di un quartiere urbano, racchiusi in quattro pilastri: ambiente, sanità, spazi pubblici e mobilità. Ha così collaborato con l’organizzazione no-profit Les Alchimistes per installare punti di smaltimento dei rifiuti organici in ex parcheggi e per trasformare la materia in compost, e ora sta lanciando una clinica sanitaria orientata alle esigenze locali. Con un finanziamento di 500.000 euro da parte del Comune di Parigi , avrà uno staff di 10 persone e offrirà orari di apertura prolungati, consulenze senza appuntamento e visite domiciliari. Fondamentalmente, i “cittadini utenti” sosterranno gli operatori sanitari e saranno strettamente coinvolti in modo che siano attori più informati della propria salute. “Qualcuno potrebbe essere in ospedale e non può tornare a casa perché ha bisogno di supporto”, spiega Bernard. “Ma cosa succede se mettiamo in atto un programma per i ragazzini per fare la spesa per i pazienti, in modo che possano tornare a casa una settimana prima. Sarebbe meglio per i pazienti e creerebbe grandi risparmi per il sistema pubblico”.
Per ridurre l’uso locale dell’auto da parte di residenti e commercianti, la “Repubblica dei super vicini“ intende acquistare biciclette elettriche con rimorchio e installare un caricabatterie per biciclette elettriche comune. C’è anche in atto una trattativa con il sindaco per imporre potenzialmente una tassa locale su attività indesiderate come agenzie immobiliari, banche e centri di consegna e dare ai residenti un voto sulla possibilità di trasferirsi. “Vogliamo promuovere negozi che migliorano la nostra vita quotidiana”, aggiunge Bernard. “In caso contrario, come chi inquina, dovrebbero pagare”.
Il progetto de la “Repubblica dei super vicini” non ha alcun rapporto formale con il municipio, ma si inserisce in una strategia più ampia per incoraggiare le persone a diventare più attive nelle loro comunità. (Un po’ come le nostre Brigate di Cittadinanza!)
“Parigi è una città grande, cosmopolita e diversificata, e deve rimanere una città della gente, un luogo dove le persone vivono insieme felici”, afferma Pénélope Komitès, vicesindaco di Parigi responsabile della resilienza. “Attraverso la convivialità, la solidarietà e i forti legami tra i nostri abitanti, possiamo assorbire meglio i problemi”.
Davvero un’ iniziativa da prendere come esempio.
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