La domanda di marijuana trafficata illegalmente dal Messico continuerà a diminuire man mano che la legalizzazione si diffonderà, come afferma un nuovo rapporto del centro di ricerca del Congresso statunitense, pubblicato la settimana scorsa e intitolato: “Messico: Organized Crime and Drug Trafficking Organizations.”
Con un numero crescente di stati americani – così come il Canada – che permettono l’acquisto legale di cannabis, le persone sono meno inclini a cercare il prodotto attraverso canali illeciti, secondo il rapporto, in cui si legge: “Le autorità prevedono una continua diminuzione della domanda di marijuana messicana negli Stati Uniti, perché le droghe ‘diverse dalla marijuana’ saranno probabilmente predominanti. Questo è anche dovuto alla legalizzazione della cannabis in diversi stati degli Stati Uniti e del Canada, che ne riduce il valore come parte del portafoglio delle organizzazioni di trafficanti messicani”.
Il rapporto rileva anche che il Messico stesso “sta considerando la legalizzazione e la regolamentazione della cannabis” dopo che una sentenza della Corte Suprema ha ritenuto incostituzionale la proibizione del possesso e del consumo personale nel 2018.
Il documento esamina le varie tendenze della droga e l’attività del cartello e nota che le forze dell’ordine messicane hanno sequestrato 91 tonnellate di marijuana e distrutto più di 2.250 ettari di coltivazione nel 2019.
Inoltre la diversificazione del cartello in altre attività criminali “costituisce una risposta al cambiamento dei modelli di consumo di droga, come la legalizzazione della marijuana in alcuni stati degli Stati Uniti e un grande aumento della domanda di oppioidi vegetali e sintetici”.
I legislatori messicani, che hanno lavorato alla legislazione per la legalizzazione, hanno anche sostenuto che regolamentando la cannabis si mitigherà l’influenza delle organizzazioni criminali. E’ un punto che i sostenitori della riforma hanno costantemente evidenziato, affermando che la gente in generale graviterà verso fonti legali di cannabis, se disponibile.
Il rapporto è anche coerente con studi precedenti, tra cui uno del Cato Institute del 2018 che ha determinato che la legalizzazione della cannabis a livello statale “ha notevolmente ridotto il contrabbando di marijuana. Sulla base dei sequestri che avvengono alla frontiera, il contrabbando è diminuito del 78% in soli 5 anni. Poiché la marijuana era la principale droga tra i porti d’ingresso e il valore dei sequestri è diminuito del 70%”.
Anche il Rapporto di fine anno del 2019 del presidente della Corte Suprema John Roberts sembra avvalorare l’idea che la legalizzazione stia avendo un impatto sul traffico di marijuana, osservando che mentre i procedimenti federali per i crimini legati alla droga sono aumentati nel 2019, i casi che coinvolgono la cannabis sono diminuiti di oltre un quarto.
Dati che dovrebbero farci riflettere.