Feltri è un giornalista geneticamente modificato. Nel suo DNA sono stati introdotti i contributi pubblici. E’ una malattia grave per un padano che ha lottato (si fa per dire) contro Roma Ladrona. Per ogni giù c’è sempre un su, per ogni men c’è sempre un più di 5,5 milioni all’anno per Libero. Feltri fa del bene ai suoi giornalisti, alla sua pipa e al suo stipendio. Per questo può essere promosso a ONLUS.
“LIBERO: DA COOP A FONDAZIONE.
Già titolare di contributi come organo del Movimento Monarchico Italiano, poi confermato beneficiario delle stesse regalìe mediante trasformazione in cooperativa, Libero a fine dicembre 2006 diventava s.r.l.. «E i contributi assicurati dalla legge per leditoria a tutte le testate edite da cooperative di giornalisti?», si chiedeva retoricamente Italia Oggi (anchessa cooperativa, si fa per dire, di giornalisti). «Niente paura, gli amministratori di Libero hanno pensato a ogni eventualità e, ispirandosi alla formula di Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale che mai come questa volta ha fatto scuola, hanno creato una Fondazione ONLUS che controllerà la s.r.l. e quindi, a cascata, il giornale».
Sarebbero salvi, dunque, «i circa 5,5 milioni di euro di contributi che Libero incassava ogni anno come prodotto edito da cooperativa, e che continuerà a percepire in quanto edito da fondazione».
E comunque, cooperativa o fondazione, «a tirare le fila del discorso, sempre la famiglia Angelucci». Famiglia ovviamente non di giornalisti, ma di titolari di lucrose imprese sanitarie. Che tirava le fila senza aver nulla da spartire col socialismo anche del Riformista, il noto organo del Movimento per le Ragioni del Socialismo”. Beppe Lopez, La Casta dei giornali, ed. Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa
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