Intervista a Nicola Vendola, Presidente Regione Puglia. No comment.
Vendola e la politica
Nicola Vendola (SEL) risponde sulla sua vita politica, sugli inceneritori del gruppo Marcegaglia in Puglia ed i finanziamenti di 120 milioni di euro della Puglia alla fondazione San Raffaele Mediterraneo che vede socio Don Luigi Maria Verzè.Matteo Incerti:Vendola vede le elezioni anticipate dietro l’angolo ?
Nicola Vendola: Ma intanto speriamo di liberarci dal teatro dei dossier, dei veleni, dei ricatti dal fango che tracima dal Palazzo. Una politica sgradevole che si occupa di regolare i conti tra le lobby tra le caste. Una politica così lontana dalla vita e dalla morte della gente in carne ed ossa. Una politica così lontana dal mondo del lavoro, dalla disperazione dei precari, dalla rabbia dei genitori che guardano l’omicidio della scuola pubblica, speriamo di poter seppellire il berlusconismo e la seconda Repubblica.
Matteo Incerti: Lei ha parlato di casta, ma c’è chi l’accusa di essere anche lei un professionista della politica da oltre vent’anni,oltre trent’anni fa era già nel PCI. E’ stato eletto nel 1992 per la prima volta alla Camera poi dal 2005 è presidente della Regione Puglia.
Nicola Vendola: Sì sono stato cameriere, cuoco, correttore di bozze,giornalista, laureato ho iniziato a lavorare a 15 anni e non ho mai smesso di lavorare. Mi sono laureato con 110 e lode sono stato il primo classificato alla scuola nazionale di giornalismo, ho pubblicato dieci libri, ho sempre lavorato in vita mia ed ho anche lavorato in Parlamento.Sono stato un credo bravo vice presidente dell’antimafia, il Parlamento l’ho frequentato non come un rifugio di casta, ma come un luogo di lavoro. Io faccio politica non da 20 anni, ma sono 52 anni che faccio politica, faccio politica da quando sono nato. La politica per me è l’aria che respiro è gli occhi con cui guardare il mondo è l’indignazione verso la volgarità che oggi è diventata una dittatura. C’è una dittatura della pornografia in questo paese e questo è insopportabile.
Vendola, gli inceneritori e la sanità privata
Matteo Incerti: C’è chi l’accusa pero’ di non essere coerente sul tema degli inceneritori. Ad esempio nel 2010 sono stati autorizzati in Puglia quelli realizzati dal gruppo Marcegaglia.
Nicola Vendola:Bisogna studiare e conoscere come funzionano le leggi, nel piano pubblico dei rifiuti io ho cancellato tutti gli inceneritori. Viceversa nella parte privata i termovalorizzatori sono regolati come industria energetica dalle leggi della Comunità Europea e da leggi nazionali. E quindi, visto che vige la separazione tra pubblica amministrazione e politica, tra burocrazia e politica, quando i procedimenti autorizzativi sono perfezionati io non posso fare molto altro.
(Ndr. Tutti i procedimenti devono passare per autorizzazioni e piani regionali e non c’è nessuna imposizione dell’UE o dell’Italia su questi temi. Anzi l’incenerimento di rifiuti nella gerarchia d’intervento da parte dell’UE è al penultimo posto)..
Matteo Incerti:Altro tema scottante. La Regione Puglia ha previsto finanziamenti pubblici pari a 120 milioni di euro di cui una prima tranche di 60 milioni di euro è stata messa in delibra lo scorso agosto a favore della >Fondazione San Raffaele del Mediterraneo società pubblico-privata che vede tra i soci Don Luigi Maria Verzè, a sua volta legato a Berlusconi sia politicamente che anche alla sua famiglia negli affari del settore sanità.Leggi articolo
Nicola Vendola:Sul punto del San Raffaele del Mediterraneo vorrei semplicemente ricordare che nel 2005 io avevo una città (Taranto ndr) governata dalla destra ed in pieno dissesto economico finanziario. Nessuna burocrazia capace di allestire un procedimento di finanziamento per centinaia di milioni di euro ed una realtà che è quella degli ospedali pubblici. Io avevo il piu’ grosso gruppo sanitari pubblico che dopo 18 anni non era ancora stato inaugurato. Taranto è una città che ha un livello di patologie così diffuso ed esplosivo che mettere insieme le virtù del pubblico e le virtù del privato in una sperimentazione per consentire di avere alla città di Taranto di avere in due anni, non in vent’anni, una risposta di salute a me sembrava una cosa importante.