La legge è diventata un valore commerciale negoziato sul mercato mondiale della criminalità.
In questo mercato, il capitalismo finto (basato sui debiti) costruisce un clima nel quale le violazioni alla legge sono necessarie. Si devono commettere crimini per sopravvivere.
Ecco perchè oggi il confine tra legale e illegale è quasi scomparso. Abbiamo il crimine dell’economia – concorrenza sleale, evasione fiscale, etc..- e l’economia del crimine -estorsione, gioco d’azzardo, droga, prostituzione, etc…-.
L’uomo d’affari è diventato simile al ladro di professione: entrambi esprimono disprezzo per la Polizia, la Magistratura e il Governo che interferiscono con le loro attività.
L’unica differenza è che l’uomo d’affari si percepisce come una brava persona, onesta, mentre i colleghi sono più criminali di lui.
Famoso fu un altro processo, quello Loocked e Cosa Nostra. Sia l’amministratore delegato della società sia Joe Valachi, di Cosa Nostra, dissero che la corruzione e l’illegalità servivano a proteggersi dalla concorrenza (fonte: “Economie sporche” di Vincenzo Ruggiero).
Quindi se la legge è in vendita perchè stupirsi dei paradisi fiscali? Alcuni stati vendono le loro leggi al miglior offerente.
Quello che a casa loro li definirebbe come criminali, all’estero li fa apparire come benefattori.
Come la Union Carbide a Bhopal (decine di migliaia di morti) , che dichiarò che lo sviluppo ha priorità sulla sicurezza. O il caso del diaframma Dalkon venduto nel terzo mondo, che provocò la morte di migliaia di donne. Risposta dell’azienda: meglio che niente, il problema è l’elevatissimo tasso di natalità.
Per concludere una volta la causa della criminalità era la povertà. Oggi è la ricchezza.