“Abbiamo talmente radicato in testa il totem del potere che non riusciamo a capire altro che il concetto di ‘vincere’ e di ‘allearci’. Stentiamo così tanto ad uscire dalla partitocrazia e da tutti i suoi lerci vizi, annessi e connessi, che non ce la facciamo proprio a immaginare una lotta isolata, fuori dai soliti paradigmi, dove non si scenda a compromessi e a cessioni ignobili, e che venga condotta con una forma pura di autonomia. Eppure tutta la Storia sta lì a dimostrarci che la vittoria, alla fine, non fu di coloro che si erano venduti,che avevano inciuciato, che avevano delegato agli altri le loro speranze o avevano mescolato i loro sogni coi progetti ignobili di coloro che intendevano combattere. Provate a pensare a grandi esempi storici:
– Martin Luther King che per liberare i neri si alleava con gli schiavisti
– Mandela che entrava nel governo dei bianchi invasori
– o Gandhi che faceva lo stesso con gli inglesi
– Garibaldi che scendeva a patti con gli austriaci e i Borboni
– o peggio ancora i primi mariti cristiani che si fossero venduti a Nerone, pregando un po’ Cristo e un po’ gli dei romani
– i partigiani che fossero anche un po’ in combutta coi nazisti
Credete voi che avrebbero concluso qualcosa? Credete voi che agli inizi essi fossero molti e già vincenti? Credete che se si fossero confusi coi loro avversari sarebbero riusciti a cambiare la Storia?”. viviana v., Bologna
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