(3:35)
Cesare fu ucciso con 23 pugnalate. Lo psiconano è stato citato 23 volte con il nome di Cesare nelle intercettazioni. Una coincidenza che promette bene. Tra le 23 citazioni imperiali dei piduisti impegnati a pilotare la sentenza della Corte Costituzionale, alcune faranno la Storia della P3, per il linguaggio, la forma e il totale disprezzo della legge:
– Amm’ a vedè Cesare quanto prima. I tribuni hanno già dato notizia
– Credo che il dossier (su Caldoro) sia già arrivato nelle stanze di Cesare
– Marcello il quale parla anche a nome di Cesare
– Mio cugino Cesare vuole sapere… mi ha chiamato, mio nipote Cesare… concretezza…concretezza e risultati
– I mo comm’ stann’ e cose a settiman che trase m’incontro pure co Cesare… Lui è rimasto contento per quello che gli stiamo facendo per il 6 ottobre (*)
Su queste intercettazioni fanno però fatte alcune precisazioni. Innanzitutto non è il console Marcello Dell’Utri che parla a nome di Cesare, ma Berlusconi che parla a nome del puparo Marcello.
Il 6 ottobre, giorno della bocciatura del lodo Alfano, la cui incostituzionalità (“Tutti sono uguali di fronte alla legge“) era chiara anche a un bambino di seconda elementare, ma non a Morfeo Napolitano, non corrisponde alle Idi di marzo.
Cesare fu ucciso da 60 congiurati nel Senato di Roma, lo psiconano non ha 60 oppositori neppure sommando le due ali del Parlamento.
Il campano verace (“mo comm’ stann’ e cose“) Cosentino, fiducioso sulla compravendita di magistrati, è ancora a piede libero grazie al Pdmenoelle, il cavallo di Cesare, la mozione di sfiducia fu bocciata perché il Pdmenoelle si prostrò a Cesare (come d’abitudine).
Astenuti: Bachelet, Cuperlo, Parisi, La Forgia, Bernardini, Madia, Mantini, Maran, Boccia, Capodicasa, Concia, Coscioni, Ferrari, Giachetti, Ginefra, Marini, Mecacci, Recchia, Sarubbi, Schirru, Tempestini, Turco Maurizio, Vannucci, Viola, Zamparutti Zunino.
Non hanno partecipato al voto: Tenaglia, Calearo, Fioroni, Gasbarra, Lanzilotta, Letta Enrico, Morassut, Bobba, Sereni, Vassallo, Merloni, Boffa, Bonavitacola, Bressa, Bucchino, Carra, Castagnetti, Corsini,Cuomo, DAntona, De Pasquale, De Torre, Fadda, Ferranti, Fiano, Fiorio, Genovese, Giacomelli, Giovannelli, Gozi, Losacco, Lovelli, Lulli, Marantelli, Margiotta, Mosca, Murer, Narducci, Pedoto, Piccolo, Rosato, Russo, Samperi, Scarpetti, Servodio, Testa, Vaccaro, Vassallo, Vernetti, Vico.
Assenti: Veltroni, Bersani, Colannino, DAlema, Lusetti, Melandri, Pistelli, Touad, Ventura, Gentiloni, Beltrandi, Calvisi, Cenni, Colombo Furio, Damiano, Gaglione, Luongo, Lusetti, Marroccu, Melis, Motta, Portas, Tullo, Calipari. In missione: Fassino, Migliavacca, Bindi, Albonetti, Barbi, Farina, Rigoni.
Questa è l’opposizione a Cesare. Bruto e Cassio sono Bersani in fuga anticipata a New York e Soccorso Rosso D’Alema (“Dalla crisi non si esce con la via giudiziaria“). Le nuove elezioni le vincerebbe ancora Cesare, anche nel caso le vincesse l’opposizione.
(*) La data in cui la Consulta doveva valutare la costituzionalità del Lodo Alfano