Bertinotti, Pomicino, Scalfari. Ecco i papponi del vitalizio.
“Grazie a pochi anni da deputato Scalfari prende ogni mese un assegno lordo di 2.162,52 euro. Non è un granché, e Scalfari scrive Bechis – manco se ne accorgerà: le sue finanze dipendono sicuramente da altro. Però tutti insieme quegli assegnini– il famoso vitalizio degli ex onorevoli– hanno fatto negli anni un assegnone, superiore ai 908mila euro. Una cifra ben superiore di quella che la Camera stessa gli aveva messo da parte durante quella legislatura che fu pure sciolta anticipatamente. Fra quello che allora fu versato e quello negli anni incassato spiega Bechis – c’è una differenza da 847mila euro, che mettono Scalfari ai primi posti della classifica dei re del vitalizio. Anche merito della sua buona salute e della evidente longevità.
Altri nomi illustri sono quelli di Paolo Cirino Pomicino che è rientrato in Parlamento anche nella Seconda Repubblica e per il quale fra il vitalizio preso fino al 30 aprile scorso e i contributi versati (che per lui non sono pochi) cè comunque una differenza di 775 mila euro a suo favore. Dovuta all’assegno che è più del doppio di quello di Scalfari: 5.231,07 euro lordi al mese. Pure lex campione del Milan Gianni Rivera gode di un vitalizio che supera i cinque mila euro che, considerati i contributi versati, gli ha dato un vantaggio di 547mila euro. Lex ministro Giuseppe Guarino, invece, che ci ha guadagnato 496mila euro, mentre Sandra Bonsanti, ex giornalista di Repubblica, ha uno spread a suo favore di 411mila euro di spread. Per Vittorio Dotti, avvocato ed capogruppo di Forza Italia nel 94, cè un guadagno pari a 310mila euro. Tra gli altri nomi illustri anche Chiara Ingrao, lavvocato Carlo Taormina, Fausto Bertinotti e Sergio Chiamparino che, secondo i calcoli di Bechis, hanno un dividendo da vitalizio che supera i 100 mila euro e arriva fino a 200 mila.”Patty Ghera