Il FMI ha smentito di aver proposto il prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini europei, ammettemdo semplici “discussioni ed esperienze su ipotesi di prelievo sui capitali una tantum”, come metodo per aggredire il debito. Ma la smentita non convince il prof. Bruno Amoroso, economista, prof. emerito all’Università di Roskilde, in Danimarca. “La Troika è di nuovo al lavoro”, sostiene. “La BCE e la Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il ‘debito estero’ degli Stati”. Piero Ricca
Piero Ricca: Professore, nei giorni scorsi ha fatto discutere l’ipotesi, contenuta in un report del Fmi, di un prelievo una tantum sui conti correnti a livello europeo. Le sembra credibile? E in quale contesto questa ipotesi si colloca?
Bruno Amoroso: L’ipotesi del FMI è parte della seconda fase della strategia di esproprio dei risparmi dei cittadini, avviata durante gli anni 80 e 90 e che ha avuto una sua prima prova di successo negli Stati Uniti e nellUnione Europea con la rapina finanziaria del 2008-2010. Una rapina che ha portato un bottino nelle mani di pochi gruppi pari al 37 % del PIL europeo; cioè aiuti di Stato tra ottobre 2008 e ottobre 2011 a favore degli enti finanziari pari a 4.500 miliardi di euro, a cui si aggiungono 6.500 miliardi di euro, il che ha fatto ovviamente scoppiare il debito sovrano di molti paesi dellUE, stimato tra i 45 mila e i 65 mila miliardi di euro. Di questa rapina, definita da James K. Galbraith il più grande crimine finanziario della storia del capitalismo si conoscono gli autori e gli attori. Basta leggere il testo dellindagine condotta negli Stati Uniti dalla Financial Crisis Inquiry Commission (Financial Crisis Inquiry report, 2011) che ne illustra i meccanismi e le collusioni politiche. Il Rapporto spiega che tutte le leggi introdotte per legalizzare questa rapina sono in vigore e i responsabili sono ai loro posti e si accingono al secondo girone.
PR: Cioé?
BA: La fase attuale ha avuto inizio a fine 2012 con il rastrellamento dei pochi risparmi ancora in giro mediante limposizione del conto in banca anche ai pensionati con 1000 euro al mese; seguito dalla legge che impone il trasferimento delle informazioni su tutti i conto correnti all’Agenzia delle entrate e dalla Direttiva Barnier in corso di approvazione al Parlamento europeo, che introduce a livello europeo la norma sperimentata a Cipro e cioè che in caso di fallimento bancario sono i risparmiatori a pagare e non più i governi o la BCE. Si prepara a fine anno il fallimento delle maggiori banche europee e quindi il prelievo sui conti dei risparmiatori. Su quello che accadrà poi si è espresso con chiarezza il ministro Saccomanni che ha di nuovo aperto alle cartolarizzazioni e ha dichiarato finita lera delle banche per dare il benvenuto al sistema finanziario ombra.
Insomma, la Troika è di nuovo al lavoro. La BCE e la Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il debito estero degli Stati.
PR: Come giudica in sintesi la politica economica del governo Letta, vede segni di discontinuità rispetto al governo Monti?
BA: Il governo Letta è consapevole di tutto questo. Per questo è stato il governo dei rinvii, in attesa che lo scoppio della crisi e il fallimento degli Stati dellEuropa del sud annulli tutti gli impegni verso i cittadini, inesigibili dentro i parametri europei. La legge finanziaria presentata si muove dentro questa stessa logica per rassicurare i risparmiatori prima del collasso. Più che unaspirina per combattere il cancro è un sonnifero, ammesso che funzioni.
PR: Proprio Enrico Letta ribadisce l’assoluta necessità della “stabilità” e vede il rischio della crescita del “populismo antieuropeo” alle prossime elezioni europee; dal canto suo Mario Draghi ritiene che l’euro è “irreversibile” e ha recentemente sottolineato i progressi nei bilanci dei paesi membri. Lei cosa risponde?
BA: Entrambi parlano come persone informate dei fatti, che sono cioè consapevoli dei rischi di quello che stanno facendo. Per Letta, e simili, le riforme devono creare un presidente forte per reprimere linevitabile reazione popolare che verrà a seguito di ciò che stanno preparando. Draghi continua a fare alla BCE quello che ha fatto in Italia al tempo delle privatizzazioni bancarie che sono divenute il veicolo delle speculazioni successive della Goldman Sachs e Co. Ha coperto la crisi del 2008 come Governatore della Banca dItalia scaricandone i costi sui risparmiatori e i cittadini. Oggi ripete lesercizio alla BCE. Luomo giusto al posto giusto. E pochi ricordano che nella sua tesi di laurea svolta con Federico Caffè affermò, ben prima del disastro, che leuro non si doveva e non si poteva fare.
PR: Il debito pubblico italiano è una zavorra che ha ampiamente superato i duemila miliardi di euro, mentre la crisi economica sta riducendo in povertà milioni di persone. Vede alternative all’austerità?
BA: I debiti nascono perché qualcuno li chiede per bisogno o magari inavvertitamente e qualcuno li concede per amore degli altri come si fa in famiglia o sperando di trarre vantaggio dalle disgrazie altrui. Quando il meccanismo si inceppa, come nel nostro caso, si rinegozia il tutto e entrambe le parti si accollano la loro parte di responsabilità. Continuare sullausterità, come si sta facendo, porta ai disastri politici e sociali che conosciamo dalla storia. Cioè a quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sulle nostre strade.
PR: Anche nel suo ultimo saggio – “Figli di Troika. Gli artefici della crisi economica” (Castelvecchi) – lei sottopone a severa critica un potere decisionale fuori controllo, nelle mani degli “incappucciati della finanza”: chi sono, perché sono diventati così potenti?
BA: Come sottolineo nel mio saggio gli incappucciati individuati da Federico Caffè negli anni 80 oggi si sono tolti il cappuccio e gestiscono in prima persona anche Il potere politico in tutti I paesi europei. Il governo politico italiano ha nei posti di maggiore responsabilità individui che sono espressione diretta di quegli ambienti. Coloro che sino a qualche anno fa erano i controllori incappucciati della politica ora ne sono diretti rappresentanti. Una bella riforma costituzionale di fatto già attuata, mentre si fanno campagne per difendere qualcosa che ormai non cè più. Si tratta semmai di ri-affermare la Costituzione, ma questa non nacque in seguito a qualche corteo o alle elezioni ma a una guerra, anche civile. Se cè un modo pacifico di farlo va scoperto rapidamente.
PR: E’ ancora possibile salvare il progetto di integrazione europea?
BA: Temo che sia troppo tardi per ricucire un rapporto di fiducia tra i cittadini europei e le istituzioni. Tuttavia, per quanti ancora credono che ciò sia possibile, è necessario spazzare via la Triade, dare potere al Parlamento europeo in modo che esprima un governo politico europeo nei limiti delle competenze previste. Per quanto riguarda i paesi dellEuropa del sud, devastati dalla crisi e dalla BCE, si tratta di rinegoziare per intero il funzionamento dellEurozona consentendo dentro questa due aree monetarie con margini di maggiore flessibilità e con un meccanismo di solidarietà tra nord e sud. Lo scoglio è rappresentato dalla Germania, quello scoglio che ha affondato oggi lEuro. O la Germania contribuisce a risollevare la nave oppure è meglio abbandonarla prima che sia troppo tardi. Ma temo che sia già troppo tardi, e i primi ad abbandonarla saranno proprio i tedeschi.