(2:50)
C’è qualcosa di nuovo nell’aria anzi d’antico. Un profumo di otto settembre, di Caporetto, della fatal Novara, di disfatta nazionale che riappare periodicamente, come un vecchio amico in visita, come gli attacchi di malaria a chi ne è colpito. E, nella migliore tradizione nazionale, il giorno prima della tempesta brillava il sole. I bollettini di guerra narravano di vittorie luminose, di imprese dei nostri condottieri esaltate da schiere di lacchè e di servi.
La statua di cera Letta ha annunciato “Sacrifici duri“, non solo sacrifici, ma anche “duri“. Il maggiordomo dello psiconano, tale nei tratti e nei comportamenti, ha chiuso con una sola frase, certo in modo inconsapevole, quindici anni di sprechi, di rapina della cosa pubblica, di esproprio della democrazia. Il soave Letta ha accennato alla bancarotta, le misure servono “per salvare il Paese dal rischio Grecia” e ha usato termini da sincope: “disperato, ma speriamo vittorioso tentativo di scongiurare una crisi epocale…“. Si avvicina la Waterloo per il Governo delle 3I: “Incapace, Incompetente, Impunito“.
La manovra di Tremorti per salvare il Paese assomiglia a un’estrazione a sorte, a un mazzo di carte degli Imprevisti del gioco del Monopoli, a un rompete le righe, a una fuga disordinata dal fallimento e dalla realtà. Tagli alla “dove cojo cojo” usando il furto delle parole. Le “finestre dimezzate” che tolgono ai pensionandi 800 milioni di euro nel 2010 e 1,6 miliardi nel 2011 (una “piccola iattura” secondo Brunetta). Un gettito di 5 miliardi per la “messa a catasto di due milioni di abitazioni“, parole di Bonaiuti. Se una casa non è accatastata di solito è abusiva, quindi è una sanatoria. L’ennesima presa per i fondelli per i cittadini onesti. L’introduzione del pedaggio per il tratturo Salerno-Reggio Calabria e per i raccordi autostradali. L’aumento della percentuale di invalidità dal 74 all’85% per ottenere una (miserabile) pensione. Tagli alle Regioni e ai Comuni che si tradurranno in meno servizi per i cittadini. Il congelamento degli stipendi agli statali per tre anni.
“Sacrifici duri” anche per parlamentari, ministri e sottosegretari. Il loro solo stipendio lordo (i benefit non sono inclusi) sarà diminuito del 10% della quota superiore a 80.000 euro. Questa elemosina è benzina sul fuoco. Gli stipendi dei nostri parlamentari sono i più alti d’Europa, quasi due volte quelli di Gran Bretagna e Germania, più del doppio di Francia e Grecia.
Nessuna manovra strutturale, solo giochi di prestigio. L’eliminazione delle Province, la cancellazione delle missioni di guerra, l’accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, l’abolizione delle Grandi Opere Inutili come il Ponte di Messina da 5 miliardi e la Tav in Val di Susa da 20 miliardi, la cancellazione del parco di macchine blu più esteso del mondo. Le misure “strutturali” che diminuiscono le spese per sempre e non una tantum sono molte, ma Tremorti non ne attuerà nessuna perché colpirebbe la casta, di cui fa parte, o gli amici della casta. L’ Italia sta fallendo un pezzo alla volta, una Regione dopo l’altra, quando non ci saranno più fondi l’unica alternativa per il Sud e parte del Nord sarà l’emigrazione, anche questo un eterno ritorno per gli italiani. Tra le prime aree del mondo a rischio bancarotta c’è la Sicilia, dietro il Portogallo e prima dell’Iraq.
E’ tempo di fatwe laiche verso coloro che, come ogni cittadino, devono contribuire ai “sacrifici duri“. Esempi sociali negativi da correggere. La prima fatwa è per Lucio Stanca, doppiostipendista pubblico, come amministratore di Expo 2015 e parlamentare, con 644.168 euro all’anno (incluso il variabile). Se il deputato Stanca non rinuncia subito a una delle due cariche, e insieme a lui, tutti suoi proseliti, nessun sacrificio può essere chiesto agli italiani. Ogni persona che incontri Stanca gli ricordi che non può essere mantenuto due volte dalle nostre tasse. E’ sempre meglio saltare da soli che essere spinti nel vuoto.