di Roberto Vacca – Molti di noi risolvono questioni di ogni giorno utilizzando qualche forma di intelligenza artificiale. Gli smart phone forniscono orientamento topografico, indirizzi, funzioni di enciclopedie e dizionari, soluzioni di problemi matematici. Funzioni automatiche sono svolte da macchine utensili smart, terminali informatici smart, piloti automatici di aerei e, in misura crescente, di automobili.
In genere sappiamo poco sui sistemi complessi che gestiscono, in genere ottimamente, città, centrali di energia, industrie, traffico aereo, interi territori. Sono reti elettriche, informatiche e idriche, sistemi militari, monitoraggi di eventuali catastrofi ed emergenze tecnologiche. La nostra vita è più facile nelle case e città smart. Però, con tanti aiuti efficaci, le nostre acuità sensoriali e abilità si attenuano: conviene addestrarsi e mantenersi in esercizio. Se decidi di farlo, ci riesci di sicuro. Spezza, dunque, le catene che dai tempi antichi bloccano i tuoi potenziali. La nostra mano sinistra (destra per i mancini) è goffa. Riusciamo appena a scriverci. La mia destra di ultranovantenne sbaglia spesso se tocco lo schermo di uno smartphone per azionarlo, ma per lunga pratica, ho in mente i numeri che mi servono, uso bene matematica e informatica e parlo 6 lingue.
A seconda del livello di cultura, conosciamo da centinaia a decine di migliaia di parole. Rari letterati e studiosi ne usano centinaia di migliaia. Però la scarsità delle abilità matematiche è endemica. Non tutti sanno abbastanza su natura, tecnica, scienza e mondo artificiale creato dall’uomo. Quindi: facciamoci furbi – altro che smart! Non è un gran vantaggio avere automatismi che ti fanno il caffè o accendono e spengono le luci di casa. Se ci dedichi un’ora al giorno, in qualche mese rendi smart il tuo io. Parli meglio e acquisti una memoria di ferro: per farlo usi una tecnica romana antica. Tutti gli studenti di retorica a Roma la imparavano. Al primo livello imparavano a memorizzare i 30 o 40 argomenti succo del discorso di un oratore. I più bravi ripetevano parola per parola un discorso di un’ora ascoltato una sola volta.
La tecnica si basa sull’associare in modo vivido una cosa nuova con un’altra che conosci bene. Per imparare quest’arte, associa i numeri da 1 a 20 (o a 40) con una sequenza di luoghi veri, non immaginati – che conosci proprio bene. Puoi usare luoghi famosi della tua città o le stanze di casa tua. Così immagini facilmente di camminare da uno all’altro seguendo la loro disposizione naturale. La corrispondenza fra luoghi e numeri deve essere immediata nella tua mente. Non basta saper recitare i numeri pensando ai luoghi mentre li dici. Devi saper recitare la sequenza all’incontrario. Devi poter dire subito che luogo corrisponda a un numero qualsiasi e da questo devi poter ripercorrere la successione in avanti o indietro.
Poi impari ad associare rapidamente le parole nuove con le immagini dei luoghi numerati. Immagini l’oggetto (o concetto) che hai messo mentalmente nel luogo che corrisponde al suo numero: scene insolite, colorate, drammatiche che producano nella tua mente sensazioni tattili o auditive. Segui a mente il percorso dei luoghi e i ricordi sorgono immediati.
Con l’esercizio, poi, inventerai procedure e calcolerai a mente senza computerino; leggerai due libri ogni settimana, scriverai software, parlerai e scriverai bene inglese, francese e spagnolo. Però conviene ormai apprendere la lingua del grande Paese ove si studia e si ricerca di più al mondo. Impara il cinese.