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Il decreto interpretativo secondo Maroni: “non porta alcuna modifica di norme di legge“, ma dà “una interpretazione corretta” alle norme. Chi decide l’interpretazione corretta? Lui e i suoi compari al Governo! Napolitano è più incerto, infatti per lui il decreto: “non ha presentato evidenti vizi di incostituzionalità“. Vizio non evidente di incostituzionalità detto da Morfeo significa incostituzionalità certa. Al suo minimo dubbio in materia con lui non c’è alcun dubbio.
Napolitano si è degnato di rispondere sul sito del Quirinale a due cittadini in rappresentanza dei milioni che lo hanno insultato. Un testo tra il tragico e l’esilarante:
“Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto. Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente costituito presso la corte d’appello di Milano. Erano in gioco due interessi o “beni” entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di “beni” egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico. (….)”.
L’età gioca brutti scherzi. La legge e i diritti dei cittadini sono la stessa cosa. Morfeo afferma che il diritto dei cittadini (solo quelli del PDL) è più importante delle “procedure previste dalla legge“. Ma dovrebbe sapere che, in democrazia, senza l’applicazione certa della legge i cittadini perdono ogni diritto. Belin, Napo, almeno l’ABC!
La Costituzione Italiana è scritta in modo semplice e chiaro che la capirebbe anche lui.
L’articolo 72 dice:” Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.
Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni. La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa , di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi“.
In sostanza non si possono fare decreti in materia elettorale. Ed è ovvio il motivo. Chi fa i decreti è il Governo e può in questo modo favorire sé stesso nei confronti delle opposizioni. Solo le dittature cambiano (interpretano?) le leggi elettorali al di fuori del Parlamento. Formigoni e Polverini partecipino pure. Se vinceranno il MoVimento 5 Stelle farà in modo che la Corte Costituzionale si pronunci, tra un anno si vota di nuovo.