Il Governo è quello che è. Tira a campare, mentre noi tiriamo le cuoia. Ma lo fa a fin di bene, per risanare leconomia italiana. Diventiamo più poveri per un futuro migliore e i risultati, non si può negare, sono sotto i nostri occhi. La nostra economia è come il conto al ristorante, si spera sempre che siano gli altri a pagare. Ogni governo affida al Governo successivo il conto e il banco prima o poi salta.
Lottimismo governativo sulla nostra economia non è condiviso dal Rapporto annuale sulla libertà economica della Heritage Foundation.
LItalia è al 64esimo posto sulle 157 nazioni valutate, e scende di quattro posizioni rispetto al 2006. Il Rapporto esamina le Nazioni per la libertà del commercio, per il sistema finanziario e fiscale. Valuta anche il livello di corruzione e la presenza dello Stato nel mercato. Che lItalia sia preceduta dal Botswana (36) o seguita a ruota dal Madagscar (65) non è più una notizia. Fa invece riflettere che quasi tutte le nazioni più libere economicamente siano in Europa. Proprio dove siamo noi. Tranne noi. Il Guinea-Bissau (148) può essere giustificato, si trova in Africa. LItalia come si può giustificare? Cosè lEuropa per noi. Un luogo dello spirito? Un modo per crederci cittadini del primo e non del terzo mondo?
La libertà economica è legata alla libertà di informazione. Senza una, non cè neppure laltra. Non è un caso che da noi leconomia stia andando a rotoli da quasi vent’anni e linformazione sia sotto sequestro da parte dei gruppi economici, quasi tutti parassiti dello Stato attraverso le concessioni, e dei partiti.
Tutto va bene. Il nostro debito pubblico è arrivato a ottobre al nuovo record di 1.629,7 miliardi di euro. Una voragine, un Everest allincontrario. Le nostre tasse servono a pagare gli interessi sul debito pubblico, non allo sviluppo. Ma non preoccupatevi, ad avere valore è il rapporto percentuale del debito rispetto al PIL. Lo stesso PIL per cui la Banca dItalia ha diminuito la crescita per il 2008 da 1,7% all’1%. Fatevi una domanda: fino a quando può crescere il debito pubblico? Qual è il punto di rottura? E, dopo, cosa ne sarà dei vostri risparmi?
V2-day, 25 aprile, per un’informazione libera:
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