di Dario Tamburrano – Con il primo settembre cessa nell’Unione Europea la produzione di gran parte delle lampade e lampadine alogene: rappresentavano l’avanguardia dell’efficienza energetica quando si usavano le energivore lampadine ad incandescenza, che sono ormai proibite da anni, ma ora sono passate alla retroguardia e ci si aspetta che vengano sostituite dalle lampade a LED, sigla che sta per Light Emitting Diode.
Lampade e lampadine a LED, a parità di resa, consumano molta meno energia delle alogene. Secondo la Commissione Europea, l’eliminazione delle alogene e l’uso di lampadine più efficienti porterà entro il 2025 a risparmiare una quantità di energia pari a quella consumata in un anno dal Portogallo.
I VANTAGGI
L’efficienza energetica, ovvero fare le stesse cose consumando meno energia, è importantissima per il portafoglio e per l’ambiente: infatti abbiamo ottenuto che l’UE la consideri alla stessa stregua di un’infrastruttura per l’energia. Significa che d’ora in poi prima di costruire – poniamo – un gasdotto bisogna valutare se esiste un’alternativa basata sull’efficienza energetica.
I RISCHI
Tuttavia l’efficienza energetica, in sé, non è la bacchetta magica. Bisogna prestare attenzione a non farsi risucchiare dal paradosso di Jevons: quando si spende meno per l’energia grazie ad una maggiore efficienza, c’è la possibilità che si consumi più energia. Secondo un famoso studio (l’ARPA Umbria ha ripreso l’argomento in italiano) si può finire per impiegare in altro modo fino al 30% dell’energia risparmiata, e fino al 50% nel 2030: ad esempio con un eccesso di illuminazione inutile o semplicemente lasciando accese le luci perché “tanto consumano poco”. Per questo motivo talvolta, proprio in seguito all’uso dei LED nell’illuminazione pubblica, si aggrava nelle città l’inquinamento luminoso. La Terra sta diventando una gigantesca lampadina: fa male alla nostra salute e agli animali.
C’è anche un’altra cosa rispetto alla quale bisogna stare in guardia. La fabbricazione delle lampadine a LED richiede alcune delle cosiddette terre rare, come l’ittrio, l’indio , l’europio ed il gallio. Ne servono quantità minime, ma queste minime quantità sono assolutamente indispensabili. Ne avremo abbastanza? Il riciclo è possibile ma poco praticato, anche per la difficoltà a recuperare masse così esigue di materiale: eppure solo il riciclo può essere un antidoto contro la dipendenza dalla Cina, che produce il 95% delle terre rare. La loro estrazione oltretutto è molto inquinante.
La gran parte delle lampade alogene non verrà più prodotta dal primo settembre in seguito all’entrata in vigore di un regolamento UE del 2015 che corregge un altro regolamento UE, stavolta del 2012, secondo il quale la produzione doveva già cessare due anni fa. Sarà tuttavia possibile vendere ed acquistare le scorte di magazzino. Si potranno ancora produrre solo fari e faretti alogeni nonché le lampade alogene utilizzate nei lumi da scrivania.
I CONSIGLI PER I CONSUMATORI
Ovviamente non c’è alcuna necessità di eliminare il primo settembre le lampade alogene già installate ed ancora funzionanti. Al momento di sostituirle, se si scelgono i LED, è saggio fare attenzione alla temperatura di colore, cioè alla tonalità della luce che viene misurata in gradi Kevlin e che è riportata sull’etichetta. Come si deduce dalle raccomandazioni dell’Ufficio federale svizzero per l’energia, la quantità di luce blu emessa dalle lampade a LED può influire sul ritmo circadiano, cioè sull’ “orologio biologico” che regola il sonno e la veglia. La temperatura colore di 3000 gradi Kelvin o inferiore che corrisponde alla luce bianca calda, non lo disturba ed è quella ideale, per la illuminazione degli ambienti urbani e sopratutto per gli ambienti domestici nei quali si trascorre la serata prima di andare a dormire”.