Un pool internazionale di architetti, ingegneri, medici ed esperti che sono scesi in campo a Milano contro il Covid 19, sta mettendo a punto un prototipo open source di struttura sanitaria industrializzata per terapia intensiva, chiamato CURA, che prevede l’utilizzo di container da spedizione, che possano essere aggiunti agli ospedali che combattono la pandemia di coronavirus, aumentando così la capacità di terapia intensiva del paese.
“L’obiettivo è che possano essere rapidamente implementati nelle città di tutto il mondo, rispondendo prontamente alla carenza di spazio in terapia intensiva negli ospedali e alla diffusione della malattia”, ha spiegato il team CURA.
Il progetto è già in via di realizzazione a Milano, dove la prototipizzazione è cominciata quasi una settimana fa. I primi due elementi di Cura saranno installati in due ospedali del capoluogo lombardo.
L’idea è quella di creare strutture temporanee che potrebbero essere allestite rapidamente, come le tradizionali tende ospedaliere, ma con un alto livello di biocontenimento per prevenire la diffusione del virus.
Costruite all’interno di container di spedizione riutilizzati da 6,1 metri di lunghezza, le unità sono dotate di un sistema di ventilazione che genera una pressione negativa all’interno, una tecnica comune utilizzata in ospedali e laboratori per impedire la fuoriuscita di aria contaminata. I progettisti affermano che le unità sono state progettate per soddisfare gli standard AIIR (Airborne Infezione Isolation Rooms).
“Le unità potrebbero essere veloci da montare come una tenda da ospedale, ma sicure come un reparto di isolamento, grazie al biocontenimento con pressione negativa“, ha affermato il team CURA.
Ognuna delle unità di biocontenimento può contenere tutte le attrezzature mediche necessarie per supportare due pazienti in terapia intensiva Covid-19. Ogni modulo potrebbe funzionare come una singola unità o essere collegato da una struttura gonfiabile con varie configurazioni per creare strutture più grandi e multi-letto.
I designer prevedono che le unità vengano installate accanto agli ospedali esistenti, in spazi come i parcheggi, per espandere la capacità di terapia intensiva o che possano essere schierati come ospedali da campo.
Cura è un progetto senza scopo di lucro, partecipano anche progettisti ed istituti italiani, in particolare lo studio Cra Carlo Ratti Associati con Italo Rota, l’Istituto clinico Humanitas, il Policlinico di Milano, il team di Jacobs, Ivan Pavanello.