I Comuni italiani hanno qualcosa in comune: 35 miliardi di euro di investimenti in fondi, obbligazioni, derivati e altre forme di carta diventata straccia. Il debito dei Comuni italiani fa impallidire la Parmalat e qualcuno dovrà pagarlo. I Comuni sono diventati in questi anni degli speculatori finanziari, hanno usato le tasse dei cittadini per giocare in Borsa. I risultati sono spaventosi.
La crisi finanziaria ha trasformato gli investimenti in debiti. I Comuni hanno avuto dei benefici iniziali con anticipi ottenuti dalle banche in previsione di consistenti guadagni e si ritrovano con i soldi da restituire e il capitale iniziale annullato. Non mi risulta che i funzionari dei Comuni siano degli esperti finanziari e neppure che la cittadinanza gli abbia attribuito la facoltà di usare i suoi soldi per comprare azioni della Lehman Brothers o della Bank of Scotland. In pratica i nostri sindaci si sono improvvisati banchieri con i nostri soldi e hanno perso tutto.
Nel 2008 sono falliti Taranto, Catania, Roma salvati dalle casse dello Stato. Sono le avanguardie. Le operazioni finanziarie hanno spesso nomi pittoreschi con un chiaro riferimento al Comune, a Venezia sono in corso gli investimenti “Canaletto” e “Rialto”. Alcuni Comuni hanno deciso di citare in giudizio le banche. Milano ha avviato un’azione legale contro Deutsche Bank, JP Morgan Chase, UBS e Depfa di Hypo Real Estate. In pratica sono accusate di aver raggirato il Comune, un caso lampante di circonvezione di incapace.
La causa della Moratti potrebbe aprire la via a una class action da parte di tutti i risparmiatori italiani che hanno perso la camicia nel 2008 e nel 2009 perderanno anche le mutande. Se il Comune è stato truffato, lo sono stati anche tutti gli investitori italiani. Resta il fatto che dalle casse dei Comuni mancano 35 miliardi. Chi vigila sui Comuni Casinò?
Le operazioni finanziarie sono di solito avviate da sindaci che non dovranno risponderne, nel senso che la scadenza dell’investimento e quindi della potenziale ( di solito certa) perdita ricadono sull’amministrazione successiva. I debiti finanziari della Moratti sono, ad esempio, figli della gestione Albertini. Sino ad oggi vi è stato un precario equilibrio con investimenti sempre più rischiosi che coprivano perdite precedenti. Ora il tappo è saltato con la crisi economica mondiale.
Rimane la domanda: “Chi vigila sui Comuni Casinò?”. I sindaci non possono esporre le loro città al fallimento giocando alla roulette con i soldi dei contribuenti. La strategia dei Comuni è di fare causa alle Banche, la strategia dei cittadini dovrebbe essere quella di fare causa ai sindaci. Belin, il debito dei Comuni è più grande di quello della Parmalat e nessuno dice niente, nessuno si preoccupa.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Leggi articolo del Daily Telegraph: “Italian bond scandal could ensnare banks“
Ps. La manifestazione del 28 gennaio a Roma a sostegno di Luigi Apicella, inizialmente annunciata in piazza della Repubblica, è stata spostata in piazza Farnese.