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Aspettando Godot

beppegrillo.it - Giugno 23, 2013

Mentre il Governo si trastulla aspettando Godot, l’Italia rischia il default. Bisogna agire al più presto con la ristrutturazione del debito. Gli interessi chiesti dal mercato sui nostri titoli di Stato decennali sono aumentati del 10% nelle ultime due settimane. Lo spread è tornato a circa 300 punti, ai livelli di settembre del 2012, e il suo rialzo è appena iniziato perché il mercato dovrà digerire molte brutte notizie per l’Italia.
La prima notizia. E’ ormai chiaro che la “droga” monetaria fornita dalla FED negli ultimi anni ad un ritmo di 85 miliardi di dollari al mese e di acquisti di titoli di Stato stampando moneta è finita. L’annuncio di Ben Bernanke è stato una doccia fredda per i mercati. L’economia americana è ripartita a tal punto da non richiedere più il sostegno della FED che ora è preoccupata di frenare l’inflazione. I rendimenti sui titoli di Stato sono destinati ad aumentare: il decennale americano è arrivato a 2,5% di interesse: il più alto incremento di rendimento settimanale dell’ultimo decennio. Anche il Bund tedesco ha aumentato i suoi rendimenti. E allora perché si dovrebbero comprare titoli di Stato italiani se economie molto più solide offrono sempre maggiori rendimenti? L’Italia è vittima del suo ritardo perché non ha agito sul debito pubblico durante gli anni della politica monetaria favorevole degli Stati Uniti. E’ scontato che i rendimenti dei titoli di Stato di molti Paesi ripartiranno rendendo di difficile collocazione i nostri titoli.
La seconda notizia. Nei mercati emergenti, dal Brasile alla Cina, l’economia sta rallentando. Una doppia brutta notizia, sia per la nostra economia che vive di esportazioni verso questi Paesi, sia per la fuga di capitali dai mercati emergenti verso gli Stati Uniti che costringerà le loro banche centrali ad alzare i tassi di interesse, come ha fatto l’Indonesia. Un’ulteriore concorrenza per i nostri titoli.
La terza notizia. Tutta la periferia d’Europa porta pessime nuove per l’Italia. Il rendimento dei titoli decennali portoghesi è schizzato al 6,6% contro 5,2% di inizio giugno. Stessa cosa per quello irlandese arrivato al 4%. L’Irlanda deve finanziarsi sul mercato per restituire a dicembre 2013 i 67,5 miliardi di euro di prestiti europei per il salvataggio delle sue banche. Ed è di 78 miliardi di euro il conto che il Portogallo deve rimborsare entro giugno 2014. Portogallo e Irlanda rischiano di dover presto ristrutturare il debito con l’Europa. Mentre l’Italia sta decidendo il da farsi con annunci propagandistici, gli altri Paesi non solo hanno chiesto aiuti, ma stanno già rinegoziando le condizioni di tali aiuti, in sostanza la ristrutturazione del loro debito. Cipro ha chiesto di ridiscutere il suo salvataggio di 17,5 miliardi di euro che include la tassazione sui depositi bancari. In Grecia c’è la crisi di Governo. Se si aggiunge la probabile ristrutturazione del debito in Argentina, la parola tanto temuta in Italia: “ristrutturazione del debito” è all’ordine del giorno. Ristrutturare il debito, quindi deprezzare i nostri titoli di Stato e farlo ora, il più presto possibile, per l’Italia significa scaricare il 35% delle perdite all’estero Attendere che tutto il debito sia in mano italiana, facendolo comprare alle nostre banche, prima di ristrutturarlo vuol dire fare un enorme favore alla Germania e alla Francia che ne posseggono una gran parte, non certo agli Italiani che si troverebbero a sostenere tutte le perdite, esattamente come successo ai greci.
La quarta notizia. Quando lo stanziamento di 60 miliardi di euro per ripulire i bilanci delle banche sembrava acquisito con l’Unione bancaria, i partner europei si sono arenati. La Germania pretende che prima di attingere al salvadanaio europeo ogni governo contribuisca con il 20% del costo e le banche delle singole nazioni aumentino il patrimonio con la conversione di strumenti di debito in titoli propri o la imposizione di perdite che potrebbero includere i depositi bancari. Se ipotizziamo 20 miliardi di euro per “ripulire” le banche italiane, arrivate a 140 miliardi di euro di sofferenze (ndr; crediti difficilmente o non esigibili), significa che la metà dovrà metterla l’Italia tra governo centrale e privati.
La Spagna ha ottenuto sostegni europei per 100 miliardi di euro per le banche in difficoltà. L’Italia è inerte. Aspettando Godot, l’Italia avrà come unico risultato l’aumento del costo del suo salvataggio che sarà fatto interamente sulla pelle dei cittadini. Come? E’ quello che stanno decidendo. Se con una mega patrimoniale, con un’ulteriore austerity o mettendo le mani sui depositi bancari. Chi è responsabile al governo di una strategia così miope? C’è qualcuno a Palazzo Chigi?
Il tempo e’ una risorsa preziosissima che si sta lasciando trascorrere senza agire. Questo atteggiamento non farà altro che aumentare il costo che la crisi presenterà agli italiani. Le stime dei conti pubblici del Governo prevedono una crescita negativa del PIL di meno 1,3% per il 2013. In realtà nella prima metà del 2013 l’Italia ha viaggiato a meno 2,4% ed è probabile che si chiuda l’anno con meno 3%. Qualcuno sano di mente può credere che l’Italia possa crescere dell’1% nella seconda metà del 2013 come prevedono Letta&Alfano? L’Italia è avviata verso una manovra di aggiustamento dei conti pubblici di almeno 20 miliardi (che potrebbero raddoppiare) dopo l’estate. Altro che permesso dell’Europa di sforare il 3% di deficit. Altro che rinvio dell’IMU. Aspettando Godot l’Italia muore.

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