Ieri notte Massimo ha lasciato un commento sul blog sulla morte di suo fratello.
Caro Beppe,
le scrivo per segnalarle ciò che è accaduto a mio fratello Vincenzo detenuto nel carcere di Como e poi ammalatosi e morto in circostanze ancora da chiarire. Mio fratello aveva 35 anni quando fu arrestato a dicembre del 2005 ed era un tossicodipendente, aveva commesso un reato ma era già malato di una grave forma di cirrosi.
Appena entrato a San Vittore fu preso di mira da un gruppo di detenuti che lo picchiò selvaggiamente fino a mandarlo in coma tra l’indifferenza delle guardie del carcere. Ricoverato al Policlinico di Milano gli fu asportata la milza e dati 130 punti di sutura. Ma al Policlinico dichiararono la compatibilità con il carcere e fu trasferito a Como.
Qui appena riavutosi fece domanda per entrare in una Comunità per disintossicarsi ed ottenne la disponibilità di un centro di Varese ad accoglierlo ma il giudice di sorveglianza gli negò la comunità. Mio fratello tentò il suicidio allora,ma fu fermato in tempo. Dopo qualche giorno si aggravò malamente per il fegato e per una terribile malattia che si chiama sepsi e pur facendo più volte presente al personale del carcere di stare male, questi non lo ricoverarono finché non lo trovarono in coma senza più quasi segni di vita.
Entrò così al Sant’Anna con una diagnosi di encefalopatia epatica e di uno shock settico che aveva devastato tutti gli organi. I medici ci dissero subito che c’erano poche speranze e mio fratello a soli 36 anni si è spento 3 giorni fa e adesso finalmente la procura di Como ha aperto una inchiesta perchè “sospetta” una morte colposa. Vede Grillo, io non so nemmeno se Lei mi leggerà,e so che mio fratello non era meglio di tante vittime della giustizia ed era anche una persona che aveva commesso reati,ma era mio fratello,il mio sangue,e lo hanno lasciato morire nell’indifferenza generale.
Forse perchè non era né un politico né un ex regnante, né un manager, ma era solo un ragazzo sfortunato. Se può fare qualcosa le sarei davvero grato.
Massimo De Angelis.
Da chi è stato ucciso Vincenzo? Dai detenuti che lo hanno ridotto in fin di vita? Dal Policlinico di Milano che lo ha dichiarato compatibile con il carcere dopo essere stato massacrato? Dal giudice di sorveglianza che gli ha negato il recupero in comunità? Dal personale del carcere che non lo fece ricoverare? Dalla prigione che trasforma i detenuti (solo quelli poveri) in delinquenti o in relitti? La risposta è nel vento, ma il vento può parlare. In memoria di un ragazzo che ha pagato con la morte i suoi reati.