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Le riforme “condivise“, “volute dai cittadini” e che “interessano al Paese” non si fermano. Anzi aumentano. Insieme alla riforma della Giustizia per non farsi processare e non finire in galera, e della Costituzione per farsi le leggi anticostituzionali, Berlusconi ne ha pronta una terza: quella fiscale. Una riforma fatta per i gonzi. Infatti non la faranno mai perché riguarda tutti i contribuenti e non gli evasori. E’ uno spot elettorale. Due sole aliquote, una al 23%, una al 33% con minori entrate di qualche miliardo di euro per il Fisco. Per coerenza Tremorti dovrebbe istituire una sola aliquota al 5%, quella dello Scudo Fiscale.
A parole sono tutti vicini a chi paga le tasse. Tremorti vuole un Fisco “amico” dei cittadini e “socio positivo” delle imprese. Paolo Bonaiuti spiega che “il governo intende disegnare un sistema che porti l’Italia alla modernità fiscale“. L’opposizione del Pdmenoelle per bocca di Bersanetor,il portavoce di D’Alema, ha però precisato: “Proposta sbagliata perché aiuta i ricchi“. Per chi, con la sua assenza dal Parlamento, ha fatto approvare lo Scudo Fiscale, aiutato gli ultraricchi ed evitato la caduta del Governo è una presa per il culo galattica dei cittadini.
Se si vuole fare una riforma fiscale deve essere basata su principi di equità. Il prelievo fiscale non va fatto alla fonte, ogni contribuente dichiara una volta all’anno le sue entrate. Nessuna differenza tra lavoro dipendente e non dipendente. Gli studi di settore vanno aboliti, nessuno può sapere in anticipo quanto guadagnerà e pagare tasse per redditi spesso non percepiti. Infine, se sorpreso ad evadere, qualunque cittadino dovrà essere trattato come un evasore totale, un mafioso, un commerciante di armi esportatore di valuta all’estero, pagare solo il 5% e godere dall’anonimato. Tra qualche settimana, appena dopo le elezioni, delle nuove aliquote non se ne parlerà più, non ce ne sarà più bisogno.
Prima dell’estate Tremorti, sempre a portata di elicottero, ci spiegherà che i conti dello Stato sono fuori controllo, che ogni giorno deve piazzare un miliardo e mezzo di euro di titoli dello Stato, che nel 2010 deve vendere, per evitare il fallimento, ALMENO 480 miliardi di euro di Bot e Btp, che nel 2010 sfonderemo il tetto dei 2.000 miliardi di debito pubblico, che lo sbilancio tra entrate e uscite dello Stato è destinato ad aggravarsi per i mancati introiti fiscali di milioni di disoccupati e di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese fallite, che di soli interessi sul debito, se non sale l’inflazione, lo Stato pagherà circa 80 miliardi di euro. “Ma tutto questo (per ora) Tremorti non lo sa.”