di Beppe Grillo – Quante persone nei paesi e nelle città del mondo possono aprire un rubinetto e veder scorrere acqua? O quante bevono senza alcun rischio per la propria salute? La risposta è probabilmente impossibile da determinare.
10 anni fa, oltre 27 milioni di italiani votando sì al referendum sull’acqua pubblica, hanno definito l’acqua come bene comune, inalienabile, e come tale ogni giorno andrebbe trattato.
Ma, secondo una recente indagine in Italia, la scarsità d’acqua è un problema attuale solo per 2 italiani su 10, soltanto il 3% ha la corretta percezione sul consumo per famiglia e il 48% sottostima il consumo personale. In Europa, il consumo giornaliero di acqua è in media sui 200-250 litri e 2 miliardi di persone nel mondo hanno difficoltà ad accedere all’acqua.
L’acqua è un bene prezioso, ma il suo spreco ne fa un bene di poco valore, perché non è usata con intelligenza.
Il problema è che non sappiamo usarla.
Dobbiamo creare una cultura del valore dell’acqua, perché la maggior parte dell’acqua va sprecata. Il 90% delle risorse idriche nel mondo sono consumate tra quello che ci serve per gli allevamenti e le coltivazioni, e quello che usiamo per produrre gli alimenti trasformati. Dobbiamo completamente ridisegnare il nostro sistema, cambiare il modo in cui produciamo cibo, come fabbrichiamo prodotti e come li trasportiamo. E’ pazzesco che per produrre un’auto occorrano 3.000 litri d’acqua, per un chilo di manzo 15.000 litri e per un paio di jeans 10.000 litri. Per non parlare di come viene mal utilizzata nell’agricoltura, che da sola fa il 70% di consumo mondiale.
Sistemi di irrigazione computerizzati con l’utilizzo di acqua dissalata di mare; ridisegno dei sistemi idrici domestici con sistemi di depurazioni per ogni condominio; nuovi ed innovativi sistemi sanitari e di recupero dell’acqua piovana, non sono solo alcune delle tantissime soluzioni tecnologiche che possono aiutarci a salvaguardare la nostra prima stella, ma sono la strada per prenderci cura della nostra salute, quella del nostro pianeta e soprattutto per abbattere le disuguaglianze. Nel mondo, 3 persone su 10 non hanno accesso a servizi igienici di base (le più colpite sono le donne) mentre 3 persone su 10 utilizzano fonti di acqua potabile contaminate da escrementi.
C’è bisogno di diffondere la cultura dell’acqua per imparare che è un bene utile per l’uomo, ma anche per l’intero ecosistema e va gestito in equilibrio con esso. L’acqua ha diritto di esistere, di non essere inquinata, di poter scorrere limpida e in abbondanza, indipendentemente dall’uomo. In Nuova Zelanda il Te Awa Tupua Act, approvato nel 2017, riconosce il fiume Wanganui come “un tutto indivisibile e vivente dalle montagne al mare”; anche i fiumi Gange e Yamuna, in India, sono considerati esseri viventi con i propri diritti.
Ed ancora, dobbiamo gestire il nesso energia-acqua-cibo. La produzione di cibo dipende dall’acqua e dall’energia, e l’energia e l’acqua sono direttamente collegate tra loro. L’energia è fondamentale per estrarre, trattare, distribuire e fornire acqua. In altre parole, dobbiamo fare scelte energetiche che non siano solo a minore intensità di carbonio, ma anche a minore intensità di acqua. Alcuni tipi di energie sono notoriamente ad alto consumo di acqua. Il solare fotovoltaico e l’eolico invece non richiedono acqua per le loro normali operazioni.
Promuovere lo sviluppo di tali scelte deve essere la nostra priorità.
Così come la nazionalizzazione delle fonti (art.43 Cost.) e delle gestioni idriche, una Protezione Civile dell’Acqua, e la correzione di tutte le norme discriminatorie, devono diventare il faro della nostra rivoluzione MiTE, il simbolo della nostra rinascita.
Capirne il suo valore e sancire la fine del suo spreco, significherebbe porre un segno tra il prima e il dopo, significherebbe riconoscerla davvero.
Per celebrare finalmente il valore dell’acqua!