DAL WEB – ARTICOLO PUBBLICATO SU THE ECONOMIST
Alcuni si inchinano. Altri si fermano, immobili. Ma tutti in coda allungano il palmo aperto per toccare la bara rivestita di vetro, pregando davanti al corpo e allo spirito di San Francesco Saverio. La riverenza per le figure religiose defunte non è rara. Ciò che è insolito è che il corpo di San Francesco Saverio ha 472 anni. Circa una volta ogni dieci anni, l’arcidiocesi di Goa organizza un’esposizione delle sue reliquie. Questa è stata la 18ª esposizione dal 1752, conclusasi il 5 gennaio. Quasi 8 milioni di pellegrini hanno visitato le reliquie, il doppio rispetto all’ultima esposizione, spiega padre Barry Cardozo. Cristiani, indù, musulmani e altri fedeli hanno chiesto la grazia del santo.
Nato in Spagna, San Francesco Saverio è stato il membro più influente della Compagnia di Gesù (o dei Gesuiti), secondo solo a Ignazio di Loyola, il suo fondatore. Arrivò a Goa nel 1542 e trascorse i successivi dieci anni evangelizzando in India, Malacca e Giappone. Durante il suo viaggio verso la Cina, nel 1552, contrasse la febbre, morì e fu sepolto sull’isola di Shangchuan. La sua tomba fu aperta due volte, prima per trasferire le sue spoglie a Malacca e poi, pochi mesi dopo, nuovamente. Entrambe le volte, il corpo fu trovato miracolosamente incorrotto. Nel 1554, le sue reliquie furono portate a Goa e Francesco Saverio fu canonizzato nel 1622.
Oggi San Francesco Saverio è il patrono di Goa. La sua festa, il 3 dicembre, è un giorno festivo. Amato dalla popolazione locale, è conosciuto come “Goencho Saib”, il protettore di Goa. Tuttavia, la sua influenza si estende oltre i confini locali. Durante l’epoca coloniale, “ogni anno un numero considerevole di gesuiti scriveva al Superiore Generale di Roma [il capo dei gesuiti], chiedendo di essere inviati in India”, spiega padre Charles Borges, storico della Loyola University nel Maryland. “E l’unica ragione che davano era Francesco Saverio”. I gesuiti in India contribuirono alla diffusione della conoscenza agricola, resero popolare la stampa e fondarono scuole.
Secondo l’ultimo censimento, nel 2011, il 2,3% degli indiani sono cristiani, circa 32 milioni di persone oggi, ovvero la metà della popolazione italiana. Eppure, i cristiani sono stati sempre più presi di mira da gruppi nazionalisti indù, talvolta in modo violento. L’anno scorso, un gruppo locale ha installato idoli indù fuori da una chiesa di Goa, sostenendo che fosse stata costruita sul sito di un tempio distrutto. Ad ottobre, un ex membro importante di un gruppo indù ha scatenato polemiche chiedendo un test del DNA delle reliquie di Francesco Saverio. La destra lo accusa di aver perseguitato gli indù durante l’inquisizione di Goa.
È innegabile che l’inquisizione sia stata particolarmente cruenta. Ma se “per 450 anni non è successo nulla, perché proprio ora?” si chiede Mario Monteiro, che ha partecipato a tutte le esposizioni dal 1984. Oggi Francesco Saverio è un simbolo del sincretismo di Goa e dell’India. Questo è il vero obiettivo dei nuovi crociati sacri.