di J.Lo Zippe – La Chiesa cattolica sta attraversando una fase di trasformazione che potrebbe ridefinire il futuro del papato e la sua leadership. La realtà dei numeri e la crescente secolarizzazione in Europa e Nord America stanno dando una spinta sempre più forte a un cambiamento che potrebbe vedere la Chiesa prendere una direzione inaspettata: quella verso un papa giovane e proveniente da un paese del Terzo Mondo, in particolare dall’Africa o dall’Asia, due continenti in cui la Chiesa sta crescendo in maniera esponenziale.
Il contesto in cui si inserisce questa possibilità è quello del continuo declino della fede cattolica in molte regioni del mondo, soprattutto in Europa e Nord America. Queste due aree, che un tempo erano il cuore pulsante della Chiesa, stanno vivendo un lento ma costante allontanamento dalla religione, dovuto principalmente alla secolarizzazione crescente e agli scandali legati agli abusi sessuali che hanno coinvolto numerosi membri del clero. In Europa e Nord America, i cattolici che abbandonano la fede o che si allontanano dalla Chiesa sono sempre più numerosi. La crisi ha contribuito a una diminuzione del numero di praticanti e alla perdita di influenza della Chiesa nella vita quotidiana delle persone.
In questi continenti, la Chiesa si trova ad affrontare una sfida senza precedenti: come rimanere rilevante in un mondo che cambia, dove il Cristianesimo sembra perdere terreno in favore di altre visioni del mondo più secolari o diversificate. La crescente distanza tra la Chiesa e i suoi fedeli in Europa e Nord America potrebbe quindi rappresentare il punto di rottura che renderà inevitabile una scelta diversa per il futuro del papato.
Mentre in Occidente la Chiesa cattolica perde terreno, in Africa e Asia sta accadendo esattamente il contrario: la fede cattolica è in forte crescita, alimentata da una crescente popolazione giovane e devota. In Africa, la crescita è particolarmente evidente: tra il 2013 e il 2022, il numero di cattolici è aumentato del 22%. Questo dato non solo è impressionante, ma indica anche che la Chiesa sta prosperando in un continente che non solo rappresenta un’enorme risorsa in termini di fede, ma sta anche mostrando una dedizione religiosa molto forte. Le statistiche sulla partecipazione alla messa sono altissime: in Nigeria, il 94% dei cattolici frequenta la messa almeno una volta alla settimana, e in Kenya la percentuale è del 76%. Questi numeri sono notevolmente più alti rispetto a quelli registrati in Europa e Nord America.
Inoltre, il numero di seminaristi in Africa è in costante crescita. Secondo i dati del Vaticano, dal 2013 al 2022, l’Africa è stato l’unico continente in cui il numero dei seminaristi è aumentato, con un incremento del 24%. In Nigeria, ad esempio, il Bigard Memorial Seminary, una delle scuole di formazione per sacerdoti più grandi del mondo, ospita oltre 700 seminaristi. Questi numeri, uniti all’alta partecipazione religiosa e al fervore della fede in molte nazioni africane, dimostrano che la Chiesa in Africa non è solo numerosa, ma anche vibrante e profondamente radicata nella vita delle persone.
In Asia, la crescita è stata meno rapida rispetto all’Africa, ma è comunque significativa. Il numero dei cattolici asiatici è aumentato del 13% tra il 2013 e il 2022. In questo contesto, va notato che la Cina, con un numero significativo di cattolici non ufficiali, non è stata inclusa nei dati ufficiali del Vaticano. Se la Cina venisse presa in considerazione, il numero totale di cattolici in Asia potrebbe essere ancora più alto.
Il forte aumento dei cattolici in Africa e Asia, insieme alla crescente vitalità religiosa di questi continenti, ha spinto molti a ipotizzare che il prossimo papa potrebbe provenire da queste aree, soprattutto dall’Africa. I 21 cardinali che Papa Francesco nominerà l’8 dicembre contribuiranno a un cambiamento significativo nell’orientamento geografico del prossimo conclave. Attualmente, l’Africa ha una rappresentanza di cardinali che rappresenta solo il 13% dei voti, ma la sua influenza sta crescendo, e la Chiesa potrebbe presto trovarsi di fronte alla necessità di scegliere un papa che possa rappresentare davvero la Chiesa globale. La crescita demografica e il fervore religioso del continente africano lo rendono una delle aree più promettenti per un possibile papato futuro.
A livello globale, i cattolici africani rappresentano un quinto del totale mondiale, ma la loro rappresentanza nel conclave non è proporzionale. Dopo l’ultimo concistoro, l’Africa avrà solo 18 cardinali elettori, contro il 18% dei voti che spetta all’Asia. Nonostante questo squilibrio numerico, l’influenza africana cresce grazie a un fervore che non ha pari in nessun’altra regione del mondo. Tuttavia, ci sono anche delle difficoltà nell’ipotesi di un papa africano. Una delle questioni delicate riguarda la gestione degli scandali sessuali, che, dopo aver scosso la Chiesa in Europa e Nord America, potrebbero emergere anche in Africa, dove la religione cattolica è ancora molto influente ma anche legata a tradizioni culturali differenti.
Un altro ostacolo per un papato africano è la diversità di opinioni all’interno della Chiesa in Africa. Alcuni cardinali africani, infatti, potrebbero essere più conservatori su temi chiave come i diritti delle donne, il celibato sacerdotale, e la questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Un papa africano potrebbe affrontare resistenze interne anche per queste ragioni.
Anche l’Asia e l’America Latina, pur essendo meno numerosi, potrebbero svolgere un ruolo importante nel prossimo conclave. L’Asia, nonostante una popolazione cattolica inferiore rispetto all’Africa, ha visto una crescita significativa, in particolare nelle Filippine e in Libano, dove la partecipazione alla messa è rispettivamente del 56% e del 69%. Anche la formazione sacerdotale è in crescita, con un notevole numero di seminaristi in Paesi come la Corea del Sud. Allo stesso modo, l’America Latina, che rappresenta il 41% dei cattolici nel mondo, sta subendo una sorta di rinnovamento, ma rimane influente nel panorama della Chiesa cattolica.
In un mondo sempre più interconnesso e in movimento, la Chiesa potrebbe trovare nuova forza in un papato che rispecchi questi cambiamenti globali. Come il politologo Parag Khanna afferma, “La prossima fase della civiltà umana è mobile oltre che sostenibile”, un concetto che si applica anche alla Chiesa. Viviamo in un’epoca in cui la mobilità, la migrazione e la globalizzazione sono forze inarrestabili. In questo contesto, un papa proveniente dal Terzo Mondo, da regioni come l’Africa o l’Asia, potrebbe rappresentare una risposta concreta a questa evoluzione, portando una visione più ampia e inclusiva.
Scegliere un pontefice che provenga da un paese in via di sviluppo non è solo un simbolo di cambiamento, ma una risposta alle esigenze di un mondo che sta ridefinendo le sue identità culturali, sociali ed economiche. Le sfide globali, come la povertà, le disuguaglianze, il riscaldamento globale e i flussi migratori, richiedono una leadership che comprenda appieno le dinamiche di queste problematiche, e un papa del Terzo Mondo sarebbe ben posizionato per offrire una visione di speranza e azione concreta. Così come Khanna vede la sostenibilità come un pilastro del futuro, un papa proveniente da queste aree potrebbe incarnare un messaggio di rinnovamento e di apertura verso le sfide che il mondo moderno ci impone. La Chiesa, così facendo, dimostrerebbe di essere pronta ad affrontare il futuro con una prospettiva globale, rispondendo alle necessità di una civiltà sempre più mobile e interconnessa.
L’idea di un papa giovane inoltre, proveniente da un Paese in via di sviluppo e rappresentante la crescita della Chiesa in Africa o Asia, potrebbe diventare una realtà sempre più plausibile. La Chiesa potrebbe trarre vantaggio dalla nomina di un papa capace di adattarsi alle nuove sfide globali, di rappresentare il volto della Chiesa che cresce e di infondere una nuova energia in un papato che, con l’età avanzata di Papa Francesco, necessita senza alcuna ombra di dubbio di rinnovamento.